Cirinnà boccia l’alt di Dipiazza: «Decisione anticostituzionale»
TRIESTE «Un sindaco che discrimina non è un sindaco di tutti. Quando si diventa sindaci o presidente di Regione si vincono le elezioni su un programma ma bisogna saper includere e rispettare tutti i cittadini e tutte le diversità della città». Monica Cirinnà, senatrice del Pd e componente della Commissione Giustizia, ci mette da sempre la “faccia” sul tema dei diritti civili.
«Queste amministrazioni si caratterizzano per quello che sono: la volontà politica di discriminare. Fortunatamente i sindaci discriminatori non hanno poi molta fortuna nelle urne».
È sbagliato quindi negare una piazza a una manifestazione per i diritti?
È un errore politico molto grave. Per prima cosa significa non rispettare la Costituzione. Gli articoli 2 e 3 parlano espressamente di uguaglianza.
Un atto anticostituzionale?
Certo. Se quella piazza viene data per altre manifestazioni e per altri eventi deve essere data anche per il Pride. Un altro conto è se la piazza non viene data mai. Magari per un vincolo della Soprintendenza alle Belle Arti. Ma non mi pare sia il caso di Trieste.
No. Piazza Unità ospita un po’ di tutto....
Se la piazza viene concessa per i bianchi, va concessa anche per i neri, i verdi, i gialli. Non ci sono storie.
Altrimenti si tratta di discriminazione.
Ovvio. Il sindaco di Trieste ci ripensi. Una città che ospita il Pride, ospita tutti gli eventi del Pride. Tanto più la festa finale in piazza.
Come accade nella capitale.
A Roma facciamo il Pride più grande d’Italia. Ci sono oltre 500 mila persone. Facciamo una settimana intera di Pride, nei teatri, nelle piazze. È una grande festa in cui è coinvolta tutta la città.
Ma cos’è in fondo un Pride oggi?
Ci sono persone discriminate su tante cose che chiedono pari dignità. E libertà. Pride vuol dire orgoglio. E mai come ora le persone che si sentono discriminate devono rivendicare la loro differenza come valore.
E quindi?
Spero che il sindaco di Trieste ci ripensi. Non va e non fa bene discriminare. Può ancora cambiare idea. –
Fa. Do.
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