Cirinà: «La corsa a Est di Generali riparte dalla Slovenia»
TRIESTE. Luciano Cirinà, triestino di origine messinese, è uno dei manager storici delle Generali. Dal quartier generale di Praga governa sui mercati dell’Est Europa, un dominio storico del Leone che negli ultimi giorni è tornato in primo piano grazie a una serie di accordi e acquisizioni che rilanciano la presenza del gruppo triestino su questi mercati. Non ultimo l’accordo di bancassicurazione con Unicredit (vedi articolo sotto). Amministratore delegato di Generali Cee Holding, Cirinà è responsabile delle attività del Gruppo dell’Europa Centrale e Orientale che comprendono una decina di Paesi con 11 milioni di clienti. Una presenza che risale al 1989, ai tempi del crollo del muro di Berlino, quando le Generali riconquistarono gli antichi domini che erano stati nazionalizzati dai regimi comunisti.
Cirinà, in questi giorni il gruppo ha annunciato un tris di operazioni tra i Balcani e l’Europa Centro-Orientale. Mi riferisco all’accordo per l’acquisto di Adriatic Slovenica alla quale si sono aggiunte due acquisizioni in Polonia. Con quali obiettivi?
Con l’acquisto della terza compagnia slovena diventiamo il secondo gruppo assicurativo del Paese. É un salto molto importante dal punto di vista delle dimensioni in un importante Paese europeo ormai pienamente allineato e integrato nell’Eurozona che si è rapidamente ripreso dalla recessione: la Slovenia diventerà il nostro avamposto verso i mercati del Sud-Est Europa. Inoltre rafforziamo la nostra posizione nell’asset management dove con questa acquisizione diventiamo il terzo operatore del Paese. In Polonia, dove già operiamo da una ventina d’anni con premi lordi per 550 milioni e una quota di mercato del 3,8%, cresciamo con l’obiettivo strategico di aumentare di peso anche nel ramo non Vita.
Come valuta l’accordo con Unicredit sui mercati dell’Est?
É un ottimo accordo strutturato e di lungo periodo per la distribuzione di prodotti in Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia e Slovenia. Siamo uno dei più grandi assicuratori della regione e siamo orgogliosi di sostenere i clienti di Unicredit.
Nel 2013 le Generali hanno ripreso il comando delle operazioni nell’Est Europa dopo lo scioglimento della joint venture con la holding Ppf dopo il riacquisto delle partecipazioni di minoranza. Si riapre una nuova fase di crescita nell’Est Europa?
Siamo già storicamente uno dei più grandi gruppi assicurativi del mercato dell'Europa Centrale e dell'Est e vediamo questa regione come l’avamposto di un’ulteriore crescita strategica e degli investimenti come ha già detto il Group Ceo Philippe Donnet.
Nuove acquisizioni?
Anche qui come ha ricordato Donnet valuteremo le occasioni soltanto quando si presenteranno.
Quanto vale l’Est Europa in termini di premi e utile operativo?
Oggi serviamo più di undici milioni di clienti e abbiamo 12 mila impiegati nei dieci Paesi in cui siamo presenti. Manteniamo posizioni di leadership nei mercati della Repubblica Ceca, Ungheria, Austria, Serbia e Slovacchia e oggi Slovenia, e stiamo rafforzando le nostre posizioni in Romania, Bulgaria e Croazia. La Nuova Europa rappresenta per le Generali premi per 6,2 miliardi pari al 10% della raccolta complessiva di gruppo con 744 milioni di risultato operativo, pari al 15% del risultato di Gruppo».
La crisi finanziaria ha colpito ovunque in Europa. Il fatto che le Generali vogliamo crescere a Est è un segno di fiducia?
Ricordo che l'agenzia Moody's ha confermato pochi giorni fa il nostro rating (pari a Baa1) con previsioni stabili dopo aver deciso di mettere sotto osservazione il debito sovrano italiano. Un giudizio che premia l’operazione di rafforzamento patrimoniale del gruppo avvenuta in questi anni e rappresenta un segnale per tutto il mercato.
L’integrazione con il resto d’Europa procede veloce?
In questi anni l’integrazione economica e finanziaria è stata molto rapida. Sul fronte assicurativo ci sono ampi margini di crescita: ricordo che soltanto in Polonia solo una piccola e media impresa su quattro è assicurata. Anche qui avanzano le nuove tecnologie. Stiamo sviluppando in Serbia l’uso dei droni per la determinazione dei sinistri in agricoltura con l’obiettivo di esportare questa tecnologia anche in altri Paesi. Si usa meno il contante e sono sempre più diffusi i pagamenti veloci con lo smartphone.
Le Generali sono presenti anche in Russia. Come vi state muovendo nel Paese?
Lavoriamo in Russia da anni, dai tempi dell’Unione sovietica, quando facevamo il riassicuratore dei rischi spaziali. Come ha ricordato di recente il Ceo Donnet, crediamo nelle potenzialità di questo Paese e accompagniamo lo sviluppo dei clienti italiani, grandi imprese e Pmi, che stanno investendo. Molto importante è la nostra partecipazione in Ingosstrakh, la terza compagnia del Paese, dove faccio parte del consiglio d’amministrazione.
I mercati dell’Est continuano a muoversi su dinamiche di crescita più veloci della Vecchia Europa?
I tassi di crescita di questi Paesi viaggiano intorno al 2-4%. Cechia(+4,5%) e Slovacchia (+3,4%) in particolare sono in forte espansione grazie alla piena occupazione e alla crescita dei salari. Ritengo che questa ripresa sia destinata a durare anche nei prossimi anni.
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