Cinque proposte per innovare la logistica nel porto di Trieste
TRIESTE Due settimane per proporre una idea in grado di ottimizzare l’attività nel porto di Trieste. “Phd4innovating” è il progetto di Sissa realizzato in partnership con Confindustria Alto Adriatico e l’Autorità portuale del mare adriatico orientale, e presentato durante Esof2020 in un doppio incontro.
Nella prima parte dottorandi e ricercatori delle sei scuole di eccellenza italiane avanzate - oltre alla Sissa, la Sant'Anna di Pisa, la scuola Normale Superiore di Pisa, Imt di Lucca, Gssi dell'Aquila e Iuss di Pavia - hanno presentato una proposta di innovazione dello scalo portuale giuliano partendo dalle loro conoscenza di matematica e fisica e lavorandoci appena due settimane. Cinque le idee proposte da altrettante squadre agli esperti: Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità portuale, Giacomo Borruso alla guida di Interporto Spa e Giovanni Longo professore di Ingegneria dei Trasporti all’Università degli studi di Trieste. A convincere i tecnici è stato il progetto congiunto Ima-Sissa per costruire una rete sincromodale nella quale vengono tenuti da conto tutti i tipi di trasporto presenti nel Porto. L’obiettivo è di ottimizzare i percorsi basandosi sui dati storici incrociandoli con la situazione in tempo reale tramite tecniche di intelligenza artificiale. In sostanza “guidare” camion e navi, ma anche i mezzi di movimentazione, in percorsi rapidi nel rispetto però dell’impatto ambientale.
È stata poi la volta del dibatto nel corso del quale l’assessore regionale a Lavoro, ricerca e innovazione Alessia Rosolen ha sottolineato l’importanza di queste challenge. «L’innovazione - ha spiegato l’assessore - si declina anche sul sociale in quanto l’intelligenza consente di produrre una crescita economia e demografica in Fvg.
Un ambiente dinamico può divenire la sede ideale per sviluppare il principio della "comunità che apprende", ovvero di una società realmente coesa e protesa verso un futuro sostenibile». Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, ha invece evidenziato le difficoltà «in quanto l’innovazione richiede una nuova competenza che non può essere compresa da tutti. Attraverso i poli tecnologici abbiamo trasferito la conoscenza alle aziende realizzando modelli innovativi.
Il valore aggiunto dei dottorandi è importante ma serve trovare la modalità di far condividere l’esperienza con la conoscenza». Decisamente diversa la visione di Adrio De Carolis, presidente di Swg, e di Zeno D’Agostino. «L’innovazione - ha detto De Carolis - è l’essenza dell’attività imprenditoriale e oggi non può prescindere dalla relazione con l’alta formazione». «Abbiamo bisogno - ha aggiunto D’Agostino - di far cadere i paradigmi: io ho sempre detto che il futuro del porto non è il porto. I due mesi di Lockdown potevano consentirci di pensare, in realtà siamo poi tornati a quello che facevamo prima perdendo, in una situazione drammatica, una grande occasione». Per Stefano Ruffo, direttore della Sissa, è fondamentale invece il trasferimento tecnologico anticipando l’evoluzione naturale del percorso di dottorato all’interno del mondo dell’impresa. —
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