Cinque commissioni al Pd E Antonione entra nel Pdl

di Piero Rauber Alla fine sarà Pd pigliatutto, con buona pace dei cespugli alleati, anche perché - visti i numeri di cui dispongono questi in aula, spezzettati fra loro - era difficile potesse...
Lasorte Trieste 20/06/11 - Consiglio Comunale,
Lasorte Trieste 20/06/11 - Consiglio Comunale,

di Piero Rauber

Alla fine sarà Pd pigliatutto, con buona pace dei cespugli alleati, anche perché - visti i numeri di cui dispongono questi in aula, spezzettati fra loro - era difficile potesse andare diversamente. A meno di colpi di scena in dirittura, l’ultimo atto del debutto “spartitorio” post-voto premierà infatti il partito di Cosolini, forte da solo di 16 consiglieri sui 25 di maggioranza, con la presidenza di 5 commissioni consiliari su 6: poltrone queste assegnabili probabilmente, a quanto è dato sapere, ai rieletti, cioè a quelli - tra i molti neofiti di questo Pd - che almeno un po’ d’esperienza ce l’hanno.

Dal “cappottone” dovrebbe salvarsi Sel. Il gruppo vendoliano, d’altronde, è il secondo della coalizione per numero di eletti (3), gli altri 4 sono o bi (Idv e FederSinistra) o monocellulari (Trieste cambia e Cittadini). Sicuro è già il nome del presidente in quota Sel: sarà Daniela Gerin, che se la gioca con la collega del Pd Maria Grazia Cogliati Dezza per la Prima commissione sul welfare. L’alternativa per entrambe sarebbe la Quinta, su istruzione e cultura. Il geologo Mario Ravalico, quindi, finirebbe per comandare in Sesta, delicatissima, in quanto si occupa di urbanistica e, dunque, di piano regolatore. Igor Svab a sua volta, esperto di conti, sarebbe in odore di Seconda, sul bilancio. A Marco Toncelli invece, per i tanti anni passati in circoscrizione, potrebbe andare la Quarta, sui lavori pubblici, mentre la Terza, sul commercio, sarebbe forse affare di Stefano Ukmar. E qui finiscono i rieletti e cominciano i dubbi, anche perché non è mistero che a Ukmar farebbe piacere essere il vicecapogruppo di Giovanni Maria Coloni, avere un ruolo istituzionale. Non avrebbe sgradito al contrario un ruolo più operativo ma si è messo al servizio del partito, quindi per lui niente presidenze di commissione e «via libera agli altri», Alessandro Carmi, ora appunto neovice di Furlanic in aula. Anche Roberto Decarli, alla fine, come unico rappresentante della civica di Cosolini, ha fatto un passo indietro «per il bene della coalizione».

Entro domani sera - nella seduta d’aula dedicata al dibattito sul programma di Cosolini - i gruppi si sono impegnati a consegnare i nominativi per le varie commissioni al presidente del Consiglio Iztok Furlanic, il quale le convocherà per la nomina dei presidenti nel corso della settimana e che, per intanto, fa sapere di aver «apprezzato molto il senso di responsabilità di alcuni partiti che hanno rinunciato a qualche rappresentante consentendo che tutte e sei le commissioni avessero 18 membri e non 20 in base all’esatto peso ponderale, limando così i costi». Undici membri saranno di maggioranza (6 del Pd più uno per gli altri gruppi tranne Sel che in 2 o 3 casi ne avrà 2 facendo scendere quelli del Pd a 5) e 7 di opposizione (2 del Pdl più uno per gli altri gruppi).

Dodici invece i membri della commissione Trasparenza: uno per gruppo con presidenza a rotazione per l’opposizione, e qui Piero Camber propone inizi un grillino. Come 12 sono ovviamente i capigruppo. Eccoli: Coloni (Pd), Sossi (Sel), Bassi (Idv), Andolina (FederSinistra), Decarli (Trieste cambia), Karlsen (Cittadini), Grilli (Lista Dipiazza), Fedriga (Lega), Bandelli (Un’altra Trieste), Menis (5 stelle), Lobianco (Fli) e Bertoli (Pdl): quest’ultimo sarà in Consiglio il capo di Roberto Antonione. Che ha deciso: aderirà al gruppo del Pdl imbottito di camberiani, da cui per regolamento era fuori. «Io sono del Pdl - precisa lui - e alla Camera faccio parte del Pdl...».

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