Cinque casi di morbillo in pochi giorni a Trieste. Test per 250 persone
TRIESTE Al momento non c’è nessun allarme epidemia. Si preferisce parlare di focolaio. Però cinque casi di morbillo a Trieste in pochi giorni sono sicuramente un primo segnale che un basso tasso di vaccinazioni può portare a rischiosi “effetti collaterali”.
L’AsuiTs preferisce fare chiarezza fin da subito. Il primo caso era emerso venerdì, all’Ospedale Maggiore, con una donna colpita da una grave forma di polmonite. Altri due casi si sono manifestati lunedì tra il personale sanitario e ulteriori due sono stati riscontrati effettuando precise analisi su due persone ricoverate per una polmonite che non avevano però i sintomi specifici della patologia. Nessuna delle cinque persone affette da morbillo è comunque in pericolo di vita. Il direttore sanitario AsuiTs Aldo Mariotto sottolinea che «è stato subito attivato il protocollo e abbiamo effettuato i controlli del caso su circa 200, 250 soggetti entrati a contatto nei vari reparti con le persone infette.
La situazione al momento non desta preoccupazione ed è sotto controllo». Roberto Luzzati, direttore d’Infettivologia, entra nel dettaglio della malattia: «Si tratta di una patologia seria, si trasmette per via aerea attraverso goccioline di tosse, starnuti o per contatto diretto con le secrezioni nasali o faringee delle persone infette. Il 5% può portare alla polmonite mentre un caso su mille può portare all’encefalite che ha ripercussioni serie, in particolare sui minori». L’incubazione in genere è di otto, dieci giorni ed i sintomi sono febbre molto alta con delle macchie che si manifestano dopo uno o due giorni partendo da dietro le orecchie e poi sul capo.
Riccardo Tominz, direttore del dipartimento di Igiene e sanità pubblica, attacca perché «tutta la popolazione deve farsi un esame di coscienza. Vaccinare quando c’è una epidemia è tardi e, visto il calo degli scorsi anni, non sarei sorpreso se dovessero tornare malattie debellate come la poliomielite». Attualmente la copertura vaccinale in Friuli Venezia Giulia nei nati dal 2015 è del 92%, nella fascia d’età 1-17 a Trieste del 90%, ma diventa decisamente più bassa, circa l’87%, prendendo tutte le età. Per avere un metro di paragone in Ghana la profilassi è all’86%.
Delle cinque persone colpite, due appartengono al personale sanitario: «Su 250 persone controllate nei sette reparti coinvolti a seguito del focolaio - spiega Lucia Pelusi, direttrice della Struttura complessa di Direzione medica di presidio - abbiamo individuato solo cinque persone che non avevano fatto il percorso vaccinale. Da gennaio abbiamo comunque iniziato uno screening su tutto il personale allargando il protocollo a morbillo, rosolia, varicella e parotite». Il vaccino antimorbillo viene fatto con due diverse iniezioni. In caso di dubbi ci si può rivolgere al proprio medico di fiducia, al pediatra o al Centro vaccinale Asuits. —
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