Cinque anni di vita agli scampi quarnerini
«Se non si intraprenderanno mosse concrete e urgenti, lo scampo del Quarnero potrebbe scomparire in capo a cinque anni». L’allarme è stato lanciato da Bruno Vunic, conosciuto e apprezzato pescatore di scampi con le nasse e residente nell’Abbaziano, che ha voluto appoggiare - assieme ai suoi colleghi liburnici - quanto chiesto al competente ministero croato da Edo Galovic, presidente della sezione pesca dell’Assoartigiani di Abbazia. Galovic si è rivolto al dicastero dell’Agricoltura e Pesca, con la richiesta che i pescherecci con le reti a strascico non siano in azione anche a meno di un miglio dalla costa, come invece puntualmente avviene in questi anni nelle acque del golfo di Fiume.
«La Croazia fa parte dell’Unione europea dal primo luglio 2013 e dunque deve rispettare le disposizioni in materia di pesca – ha detto Galovic – le regole sono chiare e indicano come l’attività alieutica sia permessa entro un miglio dalla terraferma ai pescherecci di lunghezza inferiore ai 15 metri. Questa attività deve avere l’autorizzazione dell’Unione europea, che però non è giunta alle nostre autorità. Nonostante ciò, le strascicanti continuano ad arare i fondali quarnerini a meno di 2 chilometri dalla costa, depauperando in modo gravissimo le risorse ittiche, scampi compresi».
Va riferito nel contesto che il golfo di Fiume è diviso – in quanto a pesca – in due parti, con la linea mediana che va dall’insenatura di Martinšcica (San Martino di Liburnia), nei pressi della città di San Vito e fino a punta Papratno, nell’isola di Cherso. Le strascicanti possono calare le reti nella parte verso l’isola di Veglia dal primo aprile al primo ottobre, mentre da quest’ultima data e fino al primo aprile hanno a disposizione il braccio di mare occidentale, antistante Fiume, Abbazia e le altre località liburniche. Una suddivisione compiuta per evitare che i proprietari dei cosiddetti attrezzi da pesca passivi possano essere danneggiati dai movimenti dei pescherecci con le reti a strascico.
In questo momento dunque possono pescare in pace le persone dell’area orientale del golfo fiumano, mentre i loro colleghi “occidentali” sono preoccupati per l’attività delle strascicanti a poche centinaia di metri dalla costa. «Lo Stato croato si dice sempre pronto a tutelare il suo patrimonio ittico – ha aggiunto Galovic – mentre invece continua a difendere gli interessi dei proprietari delle strascicanti. Eppure gli studi sciencroaztifici hanno confermato che i fondali del golfo fiumano sono ormai quasi privi di pesci, crostacei e molluschi per l’azione deleteria delle reti a strascico».
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