Cinghiali, la Regione vuole aumentare le ore di caccia

Approvato un ordine del giorno che accoglie le richieste dagli agricoltori Contrario l’assessore. Impegno per realizzare un centro di lavorazione delle carni

TRIESTE. L’Emergenza cinghiali trova spazio a sorpresa in sede di variazione del bilancio del Friuli Venezia Giulia. Il Consiglio regionale, infatti, ha accolto in extremis un ordine del giorno presentato dai consiglieri Gabrovec, Lupieri, Codega, Kocijancic, Brussa, Brandolin e Valenti che impegna la giunta regionale di Tondo a modificare la normativa regionale in merito agli orari di prelievo venatorio e a sostenere la creazione di un centro di lavorazione per le carni di selvaggina prelevate. Nello stesso ordine c’è la richiesta di incrementare il fondo destinato agli indennizzi e ai finanziamenti di strutture a protezione delle colture agricole e a favore una formazione permanente dei cacciatori.

L’ordine del giorno recepisce in sostanza quanto richiesto in tempi recenti dalla province di Trieste e Gorizie, dalle associazioni venatorie e soprattutto dalle organizzazione degli agricoltori. Quest’ultima categoria, infatti, è stata messa a dura prova – da diverse annate e a più riprese – dalle incursioni dei cinghiali e dei caprioli nelle tenute agricole e negli orti. Questi animali selvatici sono in sovrannumero rispetto a quanto il territorio è in grado di sostnere. Alle istanze degli agricoltori e dei cacciatori si era opposta la giunta regionale e l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Violino, ma il Consiglio regionale invece ha ritenuto di approvare l’ordine del giorno a maggioranza. «È un impegno vincolante - spiega uno dei presentatori del documento, il consigliere Igor Gabrovec (Pd-Slovenka Skupnost) che da tempo lavorando a stretto accordo con i due vicepresidente delle Province di Trieste e Gorizia – per cui c’è davvero tanta soddisfazione da parte di operatori e rappresentanti delle Province. Il problema dei cinghiali si può risolvere soltanto facendo gioco di squadra tra chi è chiamato a legiferare, chi a controllare la proliferazione delle specie e non ultimo da chi, come gli agricoltori, ne stato subendo il danno e quindi il presso maggiore».

Nel primo punto dell’ordine del giorno si chiede al Consiglio Regionale di modificare la normativa regionale con la possibilità di ampliare gli orari, il calendario venatorio e le percentuali massime di prelievo dei cinghiali. In seconda battuta, si chiede il sostegno a creare un macello o centro di lavorazione delle carni della selvaggina abbattuta anche in forma consorziata. Questo per evitare che le carcasse dei cinghiali prelevati in deroga dai guardiacaccia provinciali finiscano nell’inceneritore (con relativi costi) o a uso per l’alimentazione di altri animali. «Tale centro - si legge nell’ordine del giorno - sarebbe ovviamente utile anche ai cacciatori per la lavorazione delle carni dei capi di selvaggina abbattuti, favorendo lo sviluppo e le diffusioni di prodotti alimentari derivanti dalla lavorazione delle carni selvatiche (esempio salame e prosciutti di cinghiale)».

Ulteriori punti del documento, la richiesta di formazione permanente del cacciatore attraverso corsi promossi dagli enti provinciali in collaborazione con le associazioni venatorie riconosciute. Si chiede infine di incrementare i fondi destinati a indennizzare gli agricoltori dai danni subiti, e al finanziamento di strutture utili a proteggere le coltivazioni.

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