Cinghiali avvelenati con stricnina
Undici carcasse di cinghiali adagiate su un prato all'interno di una dolina a pochi metri dall'osservatorio astronomico di Basovizza. È l'agghiacciante spettacolo davanti al quale si è trovata una giovane triestina mentre assieme al suo cane faceva una passeggiata sull'altipiano carsico. Una scena straziante, con cuccioli di pochi mesi rivenuti accanto ai corpi dei genitori. Una vera e propria strage sulla quale l'Ass ha deciso di fare luce inviando le carcasse alla sede di Basaldella di Campoformido dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. «È una situazione complicata, perché dobbiamo capire se si tratta di avvelenamento (stricnina) o di una patologia che ha colpito questi animali», spiega l'assessore provinciale all'Agricoltura Igor Dolenc. La situazione purtroppo pare non essere sotto controllo. In questi giorni sono giunte segnalazioni da parte di cittadini su comportamenti anomali da parte di altri cinghiali. L'ipotesi più accreditata è che più animali siano stati avvelenati, la seconda ipotesi è il contagio. «Per ora non è corretto esporci – aggiunge Dolenc – dobbiamo attendere l'esito degli esami tossicologici (si parla addirittura di un mese, ndr): poi vedremo se l'autorità giudiziaria dovrà intervenire».
La notizia ha avuto una grande eco, soprattutto tra le associazioni animaliste. «Trappole, caccia abusiva, bracconieri, eravamo abituati a tutto. Ma un avvelenamento sarebbe davvero una novità assoluta». Gianfranco Urso, presidente dell'Enpa di Trieste, è perplesso. «Certo, potrebbe anche essere un virus, ma ho la brutta sensazione che siamo di fronte ad un vero e proprio utilizzo criminale dei veleni». L'Enpa ha un'esperienza pluridecennale nella cura e nella salvaguardia degli animali, tra cui ovviamente anche i cinghiali. «Attendiamo il responso delle indagini, intanto non possiamo che preannunciare una ancor maggiore sorveglianza sul territorio». La vicenda ora sta assumendo una serie di risvolti inquietanti. Innanzitutto se qualcuno si aggira in Carso ad avvelenare i cinghiali sta mettendo a repentaglio molte altre specie animali, tra cui anche i cani che assieme ai propri padroni gravitano nelle zone verdi dell'altipiano. Ma anche animali di alto valore naturalistico come il lupo e l'orso, più volte presenti nelle zone di Basovizza. Molto importante poi capire come comportarsi se ci si dovesse imbattere nella carcassa di un cinghiale. «Non bisogna toccarlo né spostarlo ma contattare subito le forze dell'ordine», spiega Dolenc. Stesso dicasi nel caso in cui si dovesse vedere un cinghiale in difficoltà.
Rimane infine il dubbio più grande da risolvere. Se si dovesse trattare in effetti di avvelenamento, chi e perché avrebbe dovuto compiere un simile crimine, peraltro passibile di sanzione pecuniaria o di un intervento della magistratura? «Potrebbe essere anche un avvelenamento accidentale dovuto magari a degli olii esausti incautamente abbandonati», ricorda Dolenc. La sensazione che hanno tutti però è qui si tratta di qualcuno che ha deciso di combattere in maniera ignobile e odiosa l'eterna disputa tra cinghiali e agricoltori.
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