Cinghiale sfonda le recinzioni: battaglia nelle ville di San Pier
SAN PIER Per i residenti di via Cragnolin, a San Pier d’Isonzo, a due passi dal fiume e da campi coltivati, avere a che fare con la fauna selvatica non è una novità. Sabato mattina, però, Edoardo Cebron un incontro ravvicinato con un cinghiale lo ha avuto nel giardino di casa sua. L’animale, adulto, entrato sfondando una rete di recinzione sul retro, dopo aver attraversato i giardini di due vicini, già impaurito e ferito, ha incontrato però prima tre dei quattro cani della famiglia, ferendo Hikaru, un cane da pastore australiano di 10 anni, sulla coscia.
«È finita più che bene», afferma Cebron, guardando i danni provocati dal cinghiale. L’animale, cercando una via di fuga su via Cragnolin, ha tentato di sfondare la recinzione della villetta, allargando le sbarre di metallo in due punti, dopo aver abbattuto una staccionata in legno che nel giardino delimita lo spazio dove la famiglia ha collocato una piscina fuori terra. Tutto si è svolto in modo velocissimo. «Sono sceso alle 5.30 per far uscire i tre pastori australiani e poi mi sono fermato sul divano, lasciando la porta aperta – racconta Cebron, che con i suoi cani ha praticato la disciplina dell’Agility –. Verso le 7 mi sono svegliato di soprassalto, sentendoli abbaiare, e sono quindi uscito per evitare che disturbassero il vicinato. Mi sono affacciato alla porta della cucina per chiamarli e mi sono trovato davanti il cinghiale».
A quel punto l’uomo è rientrato, richiamando i cani. «Non sono arrivati subito e abbiamo pensato che avessero avuto tutti la peggio», dice la moglie, Cinzia Berlot, già campionessa regionale di Rally obedience con i pastori australiani di famiglia. Se Mayla e Cri sono uscite indenni dall’incontro, Hikaru ha invece riportato uno squarcio di una decina di centimetri nella parte alta della coscia destra che ha richiesto una ventina di punti di sutura. «Il veterinario ci ha detto che bastava poco perché andasse molto peggio», sottolinea Cebron, che sabato sottoporrà però il cane a ulteriori accertamenti per escludere possa aver contratto la malattia di Aujeszky, causata da un Herpesvirus che riconosce come ospiti definitivi e come reservoir i suidi (maiale e cinghiale).
Il cinghiale, da quanto riferito da dei vicini, prima di tentare la fuga attraverso tre giardini, aveva lottato per quasi un’ora per uscire da un piccolo canale di irrigazione dalle sponde di cemento. «Probabilmente era molto impaurito e stava cercando un modo per ritornare verso l’Isonzo e i campi – dice il residente –. Prima di arrivare da noi è entrato in altre due proprietà, sfondando le reti di recinzione. Credo si sia ferito in quel momento o anche cercando di uscire dal canale». Gli abitanti della villetta sul retro, che hanno un bimbo e un cane, non sembra si siano accorti di niente, anche se poi il passaggio del cinghiale all’esterno delle case è stato reso inequivocabile da abbondanti tracce di sangue. «Qui siamo abituati a vedere tanti animali selvatici, dai caprioli, che purtroppo finiscono nel canale di irrigazione, alle lepri e pure alle volpi – dice Cebron –, ma mai erano entrati nei giardini». Cebron ha segnalato il fatto ai Carabinieri di San Pier che hanno contattato il Corpo forestale regionale, il cui personale ha effettuato un sopralluogo in via Cragnolin. —
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