Cinghiale “killer” a Trieste, la Regione Fvg sotto accusa
TRIESTE La misura è colma. All’indomani dell’aggressione da parte di un cinghiale subita da Bruno Zerial, il pensionato di Longera ferito seriamente mentre tentava di allontanare l’animale dal proprio giardino, esplode la rabbia degli agricoltori del Carso. Categoria convinta che dietro al ferimento dell’uomo di 71 anni - ancora ricoverato a Cattinara con serie lesioni alle gambe -, esista una responsabilità precisa della Regione.
La denuncia L’accusa è di quelle pesanti: aver ignorato per anni l’emergenza cinghiali in provincia, esponendo quindi quotidianamente centinaia di coltivatori a rischi gravissimi. Rischi che, come dimostrato dall’episodio di Longera, riguardano non solo campi e terreni, devastati sistematicamente dagli ungulati, ma la stessa incolumità delle persone. Di qui la scelta di alzare il tiro: portando in tribunale l’amministrazione regionale, più precisamente l’assessore con delega alla Caccia, Paolo Panontin, denunciandola per inadempienze.
La rabbia degli agricoltori «Quella subita da Zerial non è la prima aggressione e, purtroppo, non sarà nemmeno l’ultima - afferma il presidente dell’Associazione agricoltori, Edi Bukavec -. Due anni fa, sempre a Longera, un altro nostro associato, Damiano Glavina, è stato attaccato da un cinghiale, riportando serie ferite a un mano. E la settimana scorsa, nella stessa zona, un’altra associata si è vista distruggere il campo e scardinare un cancello da un ungulato. La lista, insomma, è lunga e la situazione ormai inaccettabile. E pensare che, per risolvere il problema, basterebbe ricorrere ad una semplice soluzione: ridurre il numero di cinghiali sul territorio, ampliando le possibilità di caccia. Come associazione - conclude Bukavec - lo chiediamo da mesi, anzi da anni, alla Regione che, però, non si è mai mossa. Ecco perchè, dopo aver inviato un mese fa l’ennesima lettera per sollecitare un intervento deciso, peraltro rimasta senza risposta, abbiamo deciso di ricorrere alle vie legali. Siamo pronti quindi a denunciare l’assessore Panontin, sostenendo anche i rischi, e i costi, che una battaglia legale comporta».
Le ricerche Del “cinghiale killer” - appellativo purtroppo non fuori luogo, visto che nell’aggressione avvenuta lunedì mattina è stato ucciso il cane di Zerial, sbranato sotto gli occhi del padrone - si sono perse le tracce. Gli uomini della Polizia ambientale della Provincia e i volontari dell’Enpa, dopo aver passato al setaccio per ore l’area compresa tra Longera e la cava di Basovizza, hanno di fatto interrotto le ricerche. Secondo i volontari dell’Ente protezione animali l’ungulato, rimasto gravemente ferito dopo lo scontro con il pastore di Ciarplanina del pensionato, potrebbe essere andato a morire in qualche anfratto nascosto, in cui sarà praticamente impossibile trovarlo. In alternativa, potrebbe aver recuperato le forze, tanto da riuscire ad allontanarsi anche di molto dalla zona dell’aggressione.
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