Giù la ciminiera dell’ex Italcementi: è l’ultima a Trieste

L’iconico camino verrà fatto brillare con cariche esplosive. Stop al traffico per 15 minuti. Rocelli: avanti con il progetto

Maria Elena Pattaro
L’ex stabilimento Italcementi con l’inconfondibile ciminiera che verrà abbattuta
L’ex stabilimento Italcementi con l’inconfondibile ciminiera che verrà abbattuta

 

Giù l’ultimo baluardo della vecchia industria per far spazio alle attività del futuro. Domenica mattina, 22 dicembre, la ciminiera dell’ex Italcementi di via Caboto verrà fatta brillare con micro cariche di esplosivo. In pochi minuti l’imponente camino bianco e rosso, alto più di 70 metri, crollerà al suolo, cambiando per sempre lo skyline della zona industriale. Quella dell’ex cementeria è l’ultima ciminiera rimasta a Trieste.

L’operazione richiederà il coordinamento di istituzioni, forze dell’ordine e Polizia locale, con la momentanea chiusura delle uscite della Grande viabilità, senza tuttavia avere ripercussioni troppo impattanti, dal momento che il raggio di sicurezza previsto per legge (pari a 100 metri) ricade totalmente nell’ex area industriale.

L’interdizione al traffico scatterà dalle 10.30 alle 11 e, stando all’ordinanza comunale, durerà al massimo un quarto d’ora. In caso di vento la demolizione verrà rimandata, ma le previsioni sembrano favorevoli.

All’ora stabilita verranno chiusi gli accessi alla tangenziale nel tratto tra Valmaura e via Flavia; off limits anche via Caboto nel segmento tra via Malaspina e via Pigafetta. La torre cadrà su un cuscinetto di materiale inerte (alto 3 metri) predisposto per attutire il colpo.

Un simbolo abbattuto a malincuore, secondo l’imprenditore veneziano Giovanni Rocelli, proprietario dell’area insieme al triestino Roberto Tassi. «Ci sarebbe piaciuto lasciare in piedi la ciminiera come testimonianza storica – assicura – ma questo ci avrebbe impedito di ottimizzare lo spazio. Conserveremo però la palazzina che ospitava gli uffici e la foresteria».

L’ex cementeria è stata demolita al 95%: una volta buttata giù la ciminiera, il passo successivo sarà disfarsi degli ultimi silos. Ci vorranno altri tre mesi, poi si potrà ragionare sul futuro di questi 175 mila metri quadri. «Intendiamo farne un’area a supporto delle attività già presenti» dice Rocelli.

Il destino dell’ex Italcementi balla dunque tra due ipotesi principali e prevede la riattivazione della linea ferroviaria dismessa. Da una parte la possibilità di essere a servizio della logistica tradizionale, ovvero del Porto e del nuovo polo del freddo in via di completamento alla foce del Canale navigabile. Dall’altra, la possibilità di fornire supporto al polo dell’energia che comprende il termovalorizzatore e il futuro impianto di idrogeno. —

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