Cigni e “beccapesci” invadono la Cona

Nuova migrazione alla foce dell’Isonzo: 800 esemplari arrivati per completare la muta, con loro 400 rondini di mare

STARANZANO. Ottocento cigni alla Cona nel periodo della “muta” e una colonia di circa 400 “Beccapesci” (rondini di mare) stazionano alla foce dell’Isonzo punteggiata dall’insolito “manto bianco”. Una vera manna per gli amanti del birdwatching in attesa delle migliaia di migrazioni di uccelli che arrivano dai paesi freddi del Nord Europa per svernare in zone più calde.

La stazione biologica dell’Isola della Cona (Sbic) da anni effettua monitoraggi, censimenti faunistici e vegetazionali nell’ambito della Riserva Naturale e nelle zone adiacenti. Silvano Candotto, come si vede nelle immagini è intento a fotografare una caratteristica “macchia bianca” dei volatili e sullo sfondo, il mare e tutta la costa dal Castello di Duino fino a Miramare e Trieste. Nelle foto di Matteo De Luca, ci sono vari “Beccapesci” in volo, appartenenti a una popolazione notevole che si auspica possa nidificare nell’area di Riserva Naturale tutelata, alla foce del fiume.

E per proteggere la zona, Fabio Perco, direttore della Sbic, proprio in questo periodo ha preddisposto la ricollocazione e il ripristino dei cartelli che delimitano le isole sulle quali, da anni, è vietato l’accesso, per consentire la presenza, il riposo e l’eventuale riproduzione di varie specie. «Per questo motivo – afferma Perco – la foce ha una speciale importanza naturalistica e per alcuni aspetti, la più rilevante e delicata nell’ambito della grande Riserva naturale, perciò soggetta su parte della superficie a norme particolari. L’Isola della Cona è invece l’area attrezzata anche per le visite».

Per quanto riguarda i cigni reali, alla Cona in genere sono presenti tutto l’anno, ma in questo periodo non c’è la punta massima di presenza. Il maggior numero di 1300-1400 individui si registra soprattutto in inverno. «Di norma – sottolinea Perco, autore della foto di qualche giorno fa di un adulto con due piccoli - i cigni nascono con piumino grigio mentre, nel caso rappresentato, uno è grigio come avviene nella maggior parte dei casi e l’altro appartiene alla varietà “immutabilis” bianca sin dalla nascita. La maggior parte dei cigni presenti nelle aree della riserva e dintorni è rappresentata da soggetti semiadulti o immaturi che non nidificano o da adulti che per qualche motivo hanno perso la covata. Lo stormo più numeroso (varie centinaia di soggetti) si trova, come di consueto, nelle aree marine della riserva dove il cibo, rappresentato dalle praterie sommerse di “fanerogame marine” (le “alighe” dei locali) abbondano». In questo periodo dell’anno i cigni, come del resto anche gli altri Anseriformi (oche e anatre) sono in “muta”. È tipico delle specie che compongono questo ordine sistematico di uccelli acquatici di perdere le penne principali delle ali (remiganti), che poi rapidamente ricrescono, rendendoli incapaci di volare per un paio di settimane. Le altre specie di uccelli hanno invece una “muta graduale” che non rende mai i soggetti del tutto inabili al volo.

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