Cibo-salute, il legame c'è

Incontri sulla connessione fra una cucina sana e buone condizioni fisiche generali. La novità del superdolcificante proteico

TRIESTE La stretta connessione fra alimentazione e salute ha animato la seconda giornata di Trieste Next, il Salone europeo della ricerca scientifica promosso dal Comune di Trieste, dall’Università e da VeneziePost. L’equazione cibo sano uguale stato di salute ottimale ha trovato l’ennesima conferma nel corso dei numerosi dibattiti che si sono svolti fra il Ridotto del Teatro Verdi, l’Area Talk di piazza Unità, il palazzo della Regione e il Museo Revoltella. Non sono mancati i punti di incontro con il mondo delle imprese, piatto forte di questa quarta edizione del festival scientifico.

Nel corso della mattinata, infatti, la platea del Ridotto del Verdi ha potuto assistere alla presentazione di cinque start-up d’eccellenza del settore biotech, le quali hanno dimostrato come la ricerca scientifica abbia delle ricadute immediate nella vita di tutti i giorni. È il caso di “iSweetch”, un innovativo dolcificante proteico prodotto grazie alle biotecnologie dai ricercatori dell’Università di Napoli. La start-up partenopea garantisce un prodotto tremila volte più dolce dello zucchero, ma senza calorie.

La monellina. «I dolcificanti tradizionali si ottengono per sintesi chimica - ha spiegato la ricercatrice Serena Leone -, mentre noi ci siamo ispirati a una proteina dolce presente in natura, la monellina, che mezzo secolo fa è stata scoperta nelle bacche di un arbusto selvatico africano. Abbiamo leggermente modificato la sua struttura molecolare, sfruttando un processo di fermentazione portato avanti da batteri geneticamente modificati che mangiano scarti alimentari». Un solo grammo di questa proteina ha lo stesso potere dolcificante di tre chilogrammi di zucchero. Ciò la rende utilizzabile nel settore alimentare, ma anche in quello medico, come nel caso della produzione di farmaci per i diabetici.

Rispettare il fegato. I disturbi del metabolismo sono stati al centro anche del dibattito “Siamo ciò che mangiamo?”, nel corso del quale il docente di Gastroenterologia dell’Università di Trieste Claudio Tiribelli ha illustrato come una corretta alimentazione possa prevenire le malattie del fegato e le altre patologie correlate a uno scorretto funzionamento di questo organo. «Una dieta ipercalorica - ha spiegato Tiribelli - tende ad alterare gli equilibri all’interno del fegato. Ne consegue una steatosi, comunemente riconosciuta come fegato grasso, che rappresenta un campanello d’allarme per noi medici, perché può indicare una maggiore possibilità di sviluppare il diabete, una patologia che si associa al rischio cardiovascolare». La migliore medicina per prevenire queste patologie? Una dieta equilibrata e la pratica di un’attività fisica costante, non per forza particolarmente intensa.

Spettacolo e cuore. Il cardiologo e divulgatore scientifico Davide Terranova ha scelto una forma alternativa per esplorare le meraviglie del muscolo per eccellenza, attraverso la messa in scena dello “Spettacolo del cuore”, un mix di teatralità, spettacolari produzioni video e nozioni medico-scientifiche. Un viaggio, quello proposto da Terranova, che ha preso il via dall’incontro fra uno spermatozoo e un ovulo, al quale hanno fatto seguito, solamente tre settimane più tardi, i primi battiti cardiaci, capaci di animare un embrione che ancora non supera il millimetro di lunghezza.

La presentazione di “Cibo salute e business: neuroscienze e marketing tradizionale”, un volume di Gianpiero Lugli, ha portato l’attenzione sulla stretta correlazione fra il cibo e la mente e sulla prospettiva che questa consapevolezza può aprire. Conoscendo i meccanismi con cui il cervello assegna un gradimento agli alimenti, infatti, possiamo imparare a preferire i cibi ipocalorici e quelli più sani, frenando le scelte compulsive che causano l’obesità.

No agli sprechi. L’incontro più atteso della giornata, insieme a quello che ha visto protagonista Jos de Blok, il più importante manager sanitario dei Paesi Bassi, e Steve Chan, docente di Cyber Analytics all’Università di Swansea, è stato quello con il triestino Andrea Segrè, il fondatore di Last Minute Market, spin-off dell’Università di Bologna che è divenuta un’eccellenza europea nel campo della prevenzione e del recupero degli sprechi alimentari.

Segrè ha presentato “L’oro nel piatto”, il suo ultimo libro che affronta i temi dell’educazione alimentare e che getta un rinnovato sguardo al cibo quotidiano, quello lontano dai salotti televisivi dove la cucina è diventata una moda, fatta di prodotti costosi e raffinati. La proposta di Segrè è invece quella di rivalutare i prodotti semplici e di qualità che abbiamo a portata di mano. Un’indicazione, la sua, che va a braccetto con l’educazione alimentare, tema che il professore di Politica agraria internazionale e comparata vorrebbe portare all’interno delle scuole, per educare le nuove generazioni a un’alimentazione consapevole e sostenibile.

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