Cibo nella spazzatura, sprechi da record

La Coldiretti: «Nell’Isontino vengono buttate via ogni settimana 61 tonnellate. Problemi etici e di sostenibilità ambientale»
Di Francesco Fain
Bologna - 02/03/2015 - Andrea Segrè preside della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Bologna e presidente di Last Minute Market e di CAAB centro agroalimentare di Bologna con Simone Arminio (Photo by Roberto Serra / Iguana Press)
Bologna - 02/03/2015 - Andrea Segrè preside della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Bologna e presidente di Last Minute Market e di CAAB centro agroalimentare di Bologna con Simone Arminio (Photo by Roberto Serra / Iguana Press)

Confezioni di yogurt scadute, cassette intere di frutta e verdura, cartoni di latte fresco, piatti pieni di cibo avanzato. Dalla carne al pesce passando per pasta o riso, si trova di tutto e di più nei cassonetti della spazzatura. Un monumento allo spreco che, in tempi di difficoltà economica, fa ancora più impressione. Ogni settimana finiscono nella spazzatura 61 tonnellate di cibo in tutta la provincia di Gorizia, vale a dire 430 grammi di cibo per persona. Mentre c’è chi fa la fame e chiede continuamente aiuto alla Caritas o ad altre associazioni, troppa gente nell’Isontino si permette di buttare via del cibo per cui i poveri farebbero la fila. Per quanto la crisi economica abbia fatto diminuire gli sprechi alimentari, ancora troppo cibo finisce nella spazzatura. A rimarcarlo Antonio Bressan, presidente provinciale della Coldiretti. Che rende notri i nuovi risultati di un monitoraggio che fa davvero pensare, L'indagine di Coldiretti/Ixe sugli sprechi alimentari dimostra come la crisi abbia fatto si che i cittadini abbiano tagliato gli sprechi. «Il 75% fa la spesa più attentamente, il 56% utilizza gli avanzi nel pasto successivo, il 37% ha ridotto le quantità acquistate, il 34% guarda con più attenzione la data di scadenza e l'11% dona in beneficienza - spiega Bressan -. Il tema dello spreco è però ancora evidente». La dispersione comincia ben prima: si parte dai campi dove si butta, a causa della deperibilità, il 34% del prodotto, fino ad arrivare alla grande distribuzione che scarta 5 milioni e mezzo di tonnellate di cibo l’anno in tutta Italia.

Ma se questa è la situazione a livello nazionale, quali sono i comportamenti a livello regionale e provinciale? «In provincia e in Friuli Venezia Giulia - aggiunge il presidente di Coldiretti Gorizia Antonio Bressan - i dati non si discostano da quelli nazionali. Risulta in media uno spreco settimanale di 430 grammi di cibo per persona. Il valore di questo spreco, calcolato per una famiglia media di 4 persone, è pari a 1.270 euro/anno. Insomma, uno stipendio che se ne va nella spazzatura».

Come prevenirlo? Importante è preparare una lista della spesa così si gestisce meglio il rifornimento. Più della metà dei consumatori, infatti, è consapevole di comprare troppo, anche attraverso il fenomeno delle offerte speciali che spesso induce l'acquisto di grandi quantitativi prossimi alla scadenza; c'è poi il fenomeno dell'eccesso di cibo cucinato che, spesso, non viene conservato in modo adeguato. Un elemento sul quale Coldiretti da anni si sta impegnando è il tema dell'etichettatura, in particolare sulla origine della materia prima e sulle date di scadenza degli alimenti. Come poter modificare questi comportamenti? Riscoprendo la stagionalità, l'acquisto solo di ciò che serve recandosi con maggiore frequenza nelle aziende agricole e nei mercati agricoli.

Il direttore di Coldiretti Gorizia Ivo Bozzatto spiega che «la provincia di Gorizia ha molti punti di vendita diretta ed in particolare diversi mercati agricoli di campagna amica, dove è possibile farsi consigliare direttamente dagli agricoltori relativamente alle quantità e alle modalità di conservazione del cibo, cosa che non è possibile fare in nessun altro luogo. Dobbiamo assolutamente invertire questa tendenza di spreco - sottolinea Bozzatto - per motivi economici di sostenibilità ambientale ed etici».

Ad oggi a livello mondiale un terzo del cibo prodotto viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che potrebbero sfamare tutta la popolazione che soffre di fame cronica.

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