Chiusure festive dei negozi in Fvg: la Lega richiama all’ordine gli alleati

Le posizioni liberiste di Forza Italia e Progetto Fvg “spente” in una mozione che difende anche il «riposo domenicale»

TRIESTE La Lega taglia il nodo gordiano delle chiusure domenicali e festive degli esercizi commerciali, imponendo la linea a un oscillante centrodestra. Dopo i distinguo liberisti di Forza Italia e Progetto Fvg, il Carroccio mette definitivamente in riga gli alleati, costringendoli a votare una mozione che schiera la maggioranza a favore di una rigida regolamentazione delle aperture dei negozi.

Succede nel primo giorno di lavori del Consiglio regionale, con il centrodestra che approva compattamente l’impegno a «promuovere una disciplina che contempli la difesa del riposo festivo a tutela di lavoratori, piccole attività e famiglie con le esigenze del commercio e dello sviluppo economico». Non è una decisione ma solo un indirizzo culturale, perché la materia è di competenza statale: il messaggio al governo gialloverde è comunque forte e chiaro, peraltro in linea con quanto il ministro Luigi Di Maio si propone di fare.

La formula è edulcorata rispetto alla prima versione del testo, che non faceva alcun riferimento alle esigenze del commercio, limitandosi a chiedere «una posizione netta a difesa del riposo domenicale e festivo». La seconda stesura è un tentativo equilibrista di tenere in piedi tutte le sensibilità dell’alleanza: una formula alleggerita che lascia immutato il pensiero sulle chiusure, dando però un margine sufficiente a convincere l’ala liberale a piegarsi con qualche mal di pancia alla volontà leghista. Vota la mozione anche la sinistra di OpenFvg, ma non Pd e Cittadini.

Solo su una cosa il Consiglio trova l’unanimità: la rivendicazione della competenza regionale in materia, come richiesto da una mozione del Movimento 5 Stelle, che incassa l’ok collettivo.

Forza Italia e Progetto Fvg si erano fatti sentire nelle scorse settimane, ma stavolta tengono la bocca cucita. Eppure i berlusconiani, con la coordinatrice regionale Sandra Savino, due settimane fa avevano invocato «le aperture festive», dicendo «no allo Stato etico che impone ai suoi cittadini come esercitare le proprie libertà». Savino aveva promesso di opporsi «a ogni ipotesi di ritorno al passato sulle aperture dei negozi». Tra gli azzurri le sensibilità sono anche molto diverse, se si considera che il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin e Mara Piccin figurano tra i promotori della mozione sulle chiusure, mentre Franco Mattiussi decide di uscire dall’aula al momento del voto, ritenendo da ristoratore che «obblighi e divieti fanno rabbrividire chi dirige un’azienda e crede nella libertà d’impresa».

Posizione ondivaga anche per Progetto Fvg. In un primo momento l’assessore alle Attività produttive Sergio Bini si è visto crocifiggere dalla Lega per una foto pubblicata sui social mentre faceva la spesa durante la festa del 2 giugno. E così, dopo aver detto in un primo tempo che «con negozi aperti 24 ore al giorno, sette su sette, non possiamo lottare contro i mulini a vento», l’assessore aveva dovuto correggere il tiro spiegando di non aver «mai detto di essere favorevole alla liberalizzazione selvaggia», parlando di «quattro-cinque feste consacrate in cui tutti abbiano diritto a restare a casa». Pochi giorni dopo, una nota di Progetto Fvg smentiva però di fatto il suo fondatore, ribadendo il no alle chiusure festive e affermando che la chiusura della grande distribuzione sarebbe «un beneficio per i grandi centri della Slovenia».

E così, nel tira e molla tra i partiti della coalizione e pure all’interno di essi, la mozione della Lega e di una parte dei berlusconiani mette in riga la squadra. Il capogruppo del Pd Sergio Bolzonello parla di «centrodestra nel caos: dalle iniziali divisioni siamo arrivati a una mozione annacquata per accontentare tutti». Il promotore della legge che nella scorsa legislatura ha introdotto dieci chiusure festive (venendo però bocciata dalla Corte costituzionale per conflitto di competenza) ritiene che «il centrodestra perde tempo se vuol giocare la partita del commercio con semplici mozioni. Dev’essere al contrario giocata portando la competenza alla Regione».

Ed è proprio sulla cessione della competenza statale al Fvg che punta la mozione del M5s, affinché sia la Regione a poter decidere sulla materia. Per Cristian Sergo, «il M5s ha sempre detto che la liberalizzazione totale si sarebbe rivelata una sciagura. Il Fvg mette ancora una volta nero su bianco che siamo contrari alla liberalizzazione selvaggia, ma l’assessore Bini non ci è sembrato molto favorevole alla regolamentazione». —




 

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