Chiuso per Covid il tempio di Monte Grisa, don Malnati: «Santuario mai chiuso prima nel corso di tutta la sua storia»
TRIESTE «Non era mai successo prima, il tempio non era mai stato chiuso. È la prima volta in assoluto». In tempi di Covid-19, come racconta monsignor Ettore Malnati, succede anche questo, e cioè che Monte Grisa chiuda le porte e sospenda ogni forma di attività, per la prima volta nella sua storia. Sospensione che dovrebbe durare una decina di giorni.
Non era accaduto nemmeno quando crollò una parte del tetto del santuario, per i lavoro di ristrutturazione e tantomeno durante il lockdown della scorsa primavera, perché, come ricorda ancora il vicario episcopale della Diocesi di Trieste, «nel 2020 erano state sospese le funzioni con i fedeli, ma i padri del tempio avevano continuano la loro attività religiosa all’interno, e le porte non erano mai state sbarrate. Questa volta, invece, si è reso necessario, a tutela della comunità di Monte Grisa, ma anche per prudenza e rispetto nei confronti dei pellegrini. Verranno effettuate tutte le procedure di sanificazione e - continua - nel giro di una settimana, al massimo una decina di giorni, si prevede di riaprire». Monsignor Malnati aggiunge: «Siamo vicini alla comunità e auguriamo a padre Lorenzo di riprendersi completamente. So che le sue condizioni di salute sono abbastanza buone e che il personale laico è già al lavoro per aiutare, ovviamente a distanza, nel rispetto delle regole e con massima prudenza. Ci tengo a ribadire che, anche se le porte del santuario resteranno chiuse per qualche giorno, il nostro cuore rimane aperto: è questo - conclude monsignor Malnati - il messaggio che voglio rivolgere ai fedeli».
Sull’interruzione delle celebrazioni interviene anche Salvatore Porro, che oltre a essere consigliere comunale è anche un cattolico-mariano portavoce di diversi gruppi di preghiera. «È come se ci togliessero l’ossigeno - commenta -. È un fatto mai successo prima: Monte Grisa non era mai stato chiuso ed è un duro colpo. Sono innanzitutto molto addolorato per i nostri padri - commenta Porro - cui vanno i nostri auguri e le nostre preghiere. Ho ricevuto una ventina di chiamate in poco più di un’ora da parte di fedeli preoccupati, e io stesso ho già scritto decine di e-mail per avvisare tutta la nostra comunità. È già inizita una cordata di preghiera in tutta Italia per la salute dei nostri padri. Però - aggiunge Porro - mi chiedo se fosse necessario chiedere tutto il santuario, se non si potesse piuttosto limitare la chiusura ad alcune zone solamente, permettendo ai fedeli di continuare a pregare nel rispetto delle regole e del distanziamento. Il santuario dovrebbe rimanere aperto».—
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