Chiuso di nuovo il Vallone dopo il distacco dei due massi

Nessun ferito. Interrotta la strada per sicurezza. La preoccupazione del sindaco: «Non si conosce il punto di cedimento»
Katia Bonaventura 02_11_2018 Frana sul Vallone tra Bonetti e jamiano- - Copyright Katia Bonaventura Monfalcone
Katia Bonaventura 02_11_2018 Frana sul Vallone tra Bonetti e jamiano- - Copyright Katia Bonaventura Monfalcone

DOBERDO' Chiusa di nuovo per iscurezza la strada del Vallone dove ieri sono caduti due massi. Sono funuti sulla strada statale 55, all’altezza della località Bonetti. Dal costone si sono staccati due macigni del volume di un metro cubo, a 10 metri di distanza l’uno dall’altro. Le pietre sono rotolate nel mezzo della carreggiata, in quel tratto a doppia corsia. Solo per fatalità, verso le 15 di ieri, nessuno stava attraversando l’arteria, nevralgico punto di collegamento dell’Isontino. Ampia la preoccupazione espressa dal sindaco di Doberdò del lago Fabio Vizintin, che al momento della frana era in municipio: «Non ho memoria di simili crolli, in vita mia mai viste cose del genere».


A dare l’allarme chi stava percorrendo il Vallone e all’improvviso ha assistito alla spiazzante reazione della natura. Un tir è finito sul ciglio della via con uno pneumatico a terra, forse squarciato dalla punta aguzza di un pezzo di roccia venuto giù assieme alle due enormi pietre, del peso di almeno un paio di quintali. Saranno i periti nei prossimi giorni a stabilire cosa sia accaduto, ma le piogge definite «monsoniche» dallo stesso sindaco hanno senz’altro rivestito un ruolo cruciale nell’impressionante frana. Subito sul posto, ieri, i vigili del fuoco di Gorizia. Allertato anche il personale Anas, l’ente competente su quel pezzo di strada. Carabinieri e Polizia penitenziaria hanno invece disciplinato i flussi deviando i mezzi sulla viabilità alternativa. Alle 18 la 55 è stata riaperta a senso alternato. Ma si attendeva la chiusura di un altro punto valutato a rischio.

E ora ci si interroga sul futuro. «L’imponente mole d’acqua precipitata ha impregnato il suolo, facendo sì che la roccia scivolasse giù – così il sindaco –. Per fortuna nessuno passava di lì, altrimenti non se la sarebbe cavata. C’è da capire come intervenire. Non si può “insacchettare” con la rete l’intero rilievo e non si è capito da che parte si siano staccati i massi: manca una perizia geologica». «Attiverò – conclude – la Regione». Da valutare gli altri punti del Vallone a rischio caduta massi. Un pericolo fino a ieri sconosciuto. –


 

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