Chiusi i rubinetti di carburante per navi

I serbatoi della Depositi costieri Trieste sono bloccati. Centinaia di migliaia di litri di gasolio destinati non solo ad alimentare una parte della rete dei distributori di carburante sul territorio, ma anche e soprattutto al rifornimento - tramite la Giuliana Bunkeraggi - delle navi, sono “costretti” a rimanere nei sebatoi. E questo dall’inizio di questa settimana. Motivo: non possono essere commercializzati perché la società di distribuzione dei carburanti stessi, la maltese Maloa Ltd, non ha pagato, come avrebbe dovuto, le accise sui prodotti pertoliferi depositati. La stessa situazione, come rileva il quotidiano energetico “Staffetta on line”, oltre che Trieste riguarda anche a Ravenna e Venezia.
Si tratta, solo per i serbatoi di Trieste, di imposte per oltre due milioni e mezzo di euro. Da qui la decisione, da parte di Franco Napp, amministratore delegato di Depositi costieri, di “autosequestrare” i prodotti che aveva in deposito. Si tratta - tecnicamente - dell’obbligo dell’osservanza del cosiddetto divieto di estrazione imposto dalle norme fiscali. In quanto i serbatoi triestini - unici nella zona - funzionano esclusivamente come deposito di prodotti petroliferi di proprietà di altre società. Ma, come detto, la merce può essere commercializata solo dopo l’adempimento da parte dei proprietari degli oneri fiscali con l’Agenzia delle dogane. Da qui appunto lo stop. Che ha costretto le aziende che si occupano della distribuzione di questi prodotti ad andare a fare rifornimenti a Capidistria o in altre strutture non bloccate di Venezia. Insomma la società triestina è vittima del fatto che il proprio rifornitore, la Maloa Ltd, non ha pagato le tasse.
L’allarme è scattato lunedì quando gli uffici amministrativi della Depositi costieri si sono accorti che era scaduto il termine ultimo per adempiere agli obblighi fiscali da parte della società maltese. Per questo, e cioè per non incorrere in pesantissime sanzioni, è stato deciso il black out. Fino a mercoledì sono state consentite solo alcune piccole operazioni.
Poi da giovedì sono stati chiusi i rubinetti. È scattato, insomma, lo stop assoluto. Uno stop, che in linea teorica, potrebbe avere conseguenze anche e soprattutto sul rifornimento delle navi. Infatti la Depositi costieri Trieste fornisce il “prodotto” alla Giuliana Bunkeraggi che, appunto, si occupa del trasporto del gasolio destinato ai serbatoi delle navi.
È allarme rosso, dunque. Per questo motivo l’altro pomeriggio è stata convocata in Prefettura una riunione d’urgenza, presieduta dal prefetto Annapaola Porzio, alla quale hanno partecipato il segretario generale dell’Autorità portuale Antonio Sommariva, lo stesso amministratore di Depositi costieri Franco Napp e un funzionario dell’Agenzia delle dogane. Lo scopo: quello di trovare una soluzione per sbrgliare la matassa, per aprire cioè i rubinetti del gasolio della Depositi costieri destinato - indirettamente - sia alle navi che ai distributori, prima che possano verificarsi gravi problemi con conseguenze anche sul piano occupazionale.
Il primo scoglio, quello del rifornimento alla Costa Mediterranea, è stato superato anche grazie all’immissione nei serbatoi della Depositi costieri (assolutamente consentita) di altro prodotto giunto nelle ultime ore. Ma nessuno nega che la situazione sia difficile e complessa.
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