Chiusa un’orologeria a Gorizia, positivi titolari e dipendenti

I proprietari di Cronomarket sono Gianni Oleotto e la moglie. Negativo il figlio, il regista Matteo
L’orologeria di corso Italia chiusa per Covid. Sopra a destra, il regista Matteo Oleotto, sotto il cartello affisso all’entrata del negozio Foto Bumbaca
L’orologeria di corso Italia chiusa per Covid. Sopra a destra, il regista Matteo Oleotto, sotto il cartello affisso all’entrata del negozio Foto Bumbaca

GORIZIA. Hanno scelto di essere trasparenti. Sino in fondo. «Perché fa parte della nostra etica e del nostro modo di essere». E non hanno esitato ad appendere sulla vetrina del loro negozio chiuso, il “Cronomarket” di corso Italia, un foglio in cui informano la clientela di aver contratto il coronavirus, con la promessa di «tornare prestissimo a sorridere assieme più forti di prima».

«Non siamo appestati e può capitare a chiunque. Avremmo potuto scrivere “Chiuso per ferie” e nessuno si sarebbe fatto troppe domande, ma abbiamo ritenuto giusto dire la verità, come sempre abbiamo fatto».

Loro sono Gianni Oleotto e la moglie, proprietari della nota orologeria in centro a Gorizia e genitori del noto regista Matteo. Stanno tutti bene. Compresa la nipote Francesca che lavora assieme a loro e, pure lei, è risultata positiva al tampone. Negativo, invece, Matteo Oleotto che, proprio in questi giorni, è impegnatissimo con le riprese della seconda serie di “Volevo fare la rockstar” che si sta girando fra Gorizia e l’Isontino.

«Il 13 e 14 ottobre ho accusato una leggera alterazione ma sono andato ugualmente a lavorare perché mi sentivo bene - racconta Gianni -. Se non fosse che mia moglie, il 18 ottobre, ha iniziato ad accusare una forte e insistente tosse, difficilmente ci saremmo sottoposti al test del tampone che è stato rivelatore».

Fra l’altro, va detto che alla “Cronomarket” sono state adottate tutte le precauzioni e le attenzioni anti-contagio, forse anche maggiori di quelle previste dai protocolli. «Abbiamo installato, sin da subito, dei pannelli trasparenti in plexiglass oltre ad indossare scrupolosamente le mascherine. Abbiamo utilizzato igienizzanti a fiumi nelle scorse settimane. E, addirittura, ho rifiutato le brioches che è solito portarci in negozio un nostro amico, proprio per evitare ogni possibile problema. Vi dirò di più: più volte, nell’arco della giornata, abbiamo tenuto aperta la porta d’ingresso, in maniera che fosse garantito un ricambio dell’aria. Eppure - spiega ancora Gianni Oleotto - il virus è entrato anche nel nostro negozio. Non so darmi una spiegazione dell’origine. Vedo in giro tante persone che la prendono alla leggera e, a loro, non capita nulla».

Tornando alle condizioni di salute, le parole di Gianni sono rassicuranti. «Io ero leggermente positivo già al primo tampone, quindi deduco che dovrei essere già sulla via della guarigione. Mia moglie, che ha avuto sintomi più consistenti, sta meglio e anche mia nipote Francesca, seppur positiva, resta totalmente asintomatica». Oleotto non vuole fare polemiche. Si limita a dire che l’Asugi, in questi giorni, non lo ha mai chiamato. «Solo ieri sono riuscito a contattare l’Azienda sanitaria. Mi hanno detto che, dopo 21 giorni, potrei anche uscire ma credo sia necessario, per non dire obbligatorio, un secondo tampone. Forse, andrebbe migliorata la comunicazione fra Asugi e positivi al Covid. In questi giorni, ne ho lette di cotte e di crude».

Quanto a Matteo Oleotto, non ci sono problemi. «Sta bene, sta bene. Sta lavorando e, a distanza ravvicinata, tutto il cast e tutti coloro che lavorano sul set vengono sottoposti ai tamponi. Questa è una sfida per tutti. Quando riaprirò il negozio, appenderò un altro cartello: Cronomarket-Covid 1-0. Sì, vinceremo». —

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