Chiusa la partita sui terreni della Ferriera. L’area a caldo va a Plt-Icop per 20 milioni

Ad Arvedi l’onere di smantellare gli impianti. Alla cordata di Parisi e Petrucco il compito di realizzare il terminal ferroviario



L’intesa sui terreni della Ferriera tra Acciaieria Arvedi e Piattaforma logistica Trieste è raggiunta. L’operazione vale 20 milioni e permetterà alla società Plt di mettere piede nel comprensorio di Servola, creando le condizioni per costruire il terminal ferroviario a servizio del futuro Molo VIII. Il gruppo siderurgico manterrà invece la possibilità di continuare a movimentare le materie prime necessarie ad alimentare il laminatoio. Il patto è a un soffio dalla firma, che sbloccherà a sua volta la stipula dell’Accordo di programma e che cambierà le modalità inizialmente previste per la bonifica della zona.

Da una parte il gruppo Arvedi, che prima aveva aperto alla cessione dei terreni, poi aveva fatto marcia indietro dicendo di voler gestire la logistica in proprio e infine era ritornato sui propri passi. Dall’altra la società composta dalla ditta di spedizioni triestina Francesco Parisi e dall’impresa friulana di costruzioni Icop, che sta ultimando la realizzazione della Piattaforma logistica e che ha già in tasca il via libera a progettare il primo lotto del Molo VIII, cui da tempo guardano con interesse soggetti cinesi ed europei che potrebbero definire nei prossimi mesi l’ingresso da protagonisti nella gestione del nuovo terminal. La banchina che verrà ha bisogno di avere alle spalle spazi per lo stoccaggio e un grande snodo ferroviario, la cui costruzione sarà a questo punto affidata a Plt, inserita non a caso proprio nei giorni scorsi tra i firmatari dell’Accordo di programma riguardante la riconversione della Ferriera.

Il meccanismo è complesso e ci si è arrivati dopo una lunga opera di mediazione fra le parti, che il ministro Stefano Patuanelli e il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino hanno condotto sotto traccia dalla metà di gennaio. L’iter prevede anzitutto una formalizzazione da definire entro il 10 marzo, dopo la lettera di intenti sottoscritta in questi giorni e l’impegno reciproco a inserire nell’Adp le linee portanti del percorso. L’atto di compravendita vero e proprio arriverà ad ogni modo nei mesi successivi.

Ma come si giungerà all’ingresso di Plt nella partita? Lo schema prevede uno scambio alla pari fra i terreni dell’area a caldo oggi di proprietà di Arvedi e quelli che l’Autorità portuale ha dato a suo tempo in concessione al gruppo siderurgico per impiantarvi l’area a freddo dietro il pagamento di un canone da un milione all’anno. In questo modo il gruppo di Cremona diventerà proprietario dei terreni dove continuerà a operare il laminatoio e smetterà di pagare la concessione. L’operazione avverrà con il beneplacito dell’Agenzia del demanio, che provvederà a sdemanializzare la zona dell’area a freddo e a demanializzare quella dell’area a caldo, che l’Autorità portuale darà poi in concessione con gara a evidenza pubblica, cui parteciperà una newco costituita da Arvedi. Se questa otterrà il via libera come scontato, potrà avvenire il passaggio dei 20 milioni, con cui Plt pagherà di fatto Arvedi, acquisendo la newco e con essa la concessione dei terreni e del fronte mare, su cui verrà permesso al gruppo siderurgico di mantenere una gestione diretta o indiretta dei servizi logistici via mare e via ferro di cui la società continuerà a necessitare per il laminatoio.

Il tutto verrebbe compiuto dopo la firma dell’Adp, che le istituzioni continuano a ritenere di poter firmare entro la prima settimana di marzo, come annunciato da Patuanelli nell’ultima visita a Trieste. Le parti si sono già date un cronoprogramma di massima: toccherà ad Arvedi smantellare nel 2020 cokeria, agglomerato, altoforno e macchina a colare, potendo così rivendere macchinari e metalli, mentre dall’anno successivo spetterebbe a Plt cominciare la copertura dell’area con pavimentazione in cemento, su cui passeranno i binari e su cui poggeranno i container scaricati dalle navi attraccate nelle vicinanze, trasformando così l’area a caldo della Ferriera in una zona a servizio delle attività portuali. Il barrieramento del fronte mare verrà invece realizzato dalla mano pubblica, che ha già da parte 41 milioni necessari al tombamento degli inquinanti presenti nel terreno.

Plt dovrà ora reperire i 20 milioni per l’operazione e non è escluso che possa farlo appoggiandosi alle Ferrovie austriache (da tempo interessate alla co-gestione del piazzale ferroviario) o direttamente al soggetto che entrerà nella partita del Molo VIII. Il presidente di Icop Vittorio Petrucco resta abbottonato: «Stiamo trattando, preferisco non dire altro». Sarà lui il nuovo invitato al tavolo tecnico dell’Adp, che si sarebbe dovuto riunire in via telematica oggi pomeriggio, ma che ieri è rinviato ai prossimi giorni. Probabile che l’annullamento sia dovuto all’autoisolamento deciso dal ministro Patuanelli, negativo al tampone del coronavirus ma decisosi ad adottare misure preventive dopo aver incontrato un assessore regionale lombardo risultato positivo al contagio.—



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