Chiusa in dieci anni una filiale su cinque

Emorragia senza fine prodotta da fusioni tra gruppi e boom dei servizi online Sette sedi Intesa San Paolo sparite dal 2014. Niente bancomat a Servola
Lasorte Trieste 03/08/17 - Corso Italia, Banche, Agenzia FriulAdria Chiusa, Credit Agricole
Lasorte Trieste 03/08/17 - Corso Italia, Banche, Agenzia FriulAdria Chiusa, Credit Agricole
Qualcuno ha provato a liquidare la questione con una battuta: «Le banche chiudono perchè la gente ha sempre meno soldi». Sta di fatto che a Trieste molti istituti di credito hanno abbassato le serrande delle proprie filiali, lasciando sguarnite piazze e scoperti, in alcuni casi, interi rioni.


I numeri che emergono dal database della Banca d’Italia parlano abbastanza chiaramente: negli ultimi dieci anni in provincia di Trieste sono sparite trenta filiali. Nel 2007 se ne contavano 143, mentre alla fine del 2016 gli sportelli attivi risultavano 113. Un’emorragia lenta ma inesorabile che ha creato non poche difficoltà agli utenti delle banche, specie di quelle presenti nel centro città, e che non sembra destinata a fermarsi. Si tratta di un taglio che sfiora il 21 per cento (una filiale su cinque dunque), e che in alcuni casi ha preso alla sprovvista gli stessi correntisti, che si sono visti chiudere o spostare la sede dei propri risparmi da un giorno all’altro.


«Le banche lo chiamano efficientamento - spiega Roberto De Marchi, segretario generale di First Cisl Fvg, la sigla sindacale che ha reso noti i numeri degli esuberi (17.500) che si sono verificati nel comparto bancario italiano nei primi sette mesi dell’anno - . È la logica che vuole la chiusura delle realtà meno efficienti e redditizie». Gli istituti di credito interpellati si sono affrettati a definire queste scelte come il frutto di una «riorganizzazione della propria rete commerciale» e non come il possibile risvolto di un piano di disinvestimento dal mercato triestino.


Quello di Servola è forse l’esempio più eclatante, con la serrata della filiale dell’Unicredit, avvenuta lo scorso novembre, che ha reso il rione orfano di bancomat. Il 2016, sempre per quanto riguarda l’Unicredit, ha visto la chiusura della filiale di via Flavia, mentre nel corso del 2017 a chiudere i battenti sono stati gli sportelli di via Rossini.


Colpa (o merito) delle nuove tecnologie. Dall’Unicredit, infatti, fanno sapere che «le nuove abitudini della clientela in ambito bancario hanno portato a un uso massiccio dei canali alternativi, come la banca via internet alla quale si può accedere tramite il computer o il telefono cellulare, con la conseguente e consistente riduzione dell’interazione con il canale fisico delle filiali. Già oggi a Trieste - prosegue la nota - il 95% dei prelievi viene effettuato su canali alternativi, così come il 74% dei versamenti, il 95% dei bonifici e il 76% dei pagamenti».


La nuova geografia degli sportelli bancari è stata ridisegnata anche grazie alle scelte operate da un altro colosso del settore. Il Gruppo Intesa Sanpaolo, che in regione è presente attraverso la Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, ha accorpato nel corso del Piano d’impresa 2014-2017 sette filiali: quattro sono state chiuse nel 2014, due nel 2015 (via Coroneo e piazza della Libertà) e una a fine giugno 2017 (ospedale di Cattinara).


«Negli ultimi tre anni - fanno sapere da Intesa Sanpaolo - non abbiamo previsto esuberi ma eccedenze, che sono state tutte ricollocate. La filiale, in quanto luogo fisico, rimane un elemento centrale della nostra strategia, attraverso il quale offrire al cliente servizi sempre più elastici e specializzati nella consulenza».


Alle spalle dei due grandi gruppi, presenti a Trieste con diciotto (Unicredit) e dodici filiali (Intesa Sanpaolo), si sono mosse anche le altre realtà bancarie, alcune obbligate dai venti di crisi, come nel caso delle banche venete.


La Banca Popolare di Vicenza, infatti, ha chiuso le filiali di via Locchi, via Gallina e a breve metterà i luchetti alla sede di Roiano.


La Bnl, invece, ha chiuso la storica filiale all’angolo tra via Foscolo e piazza Garibaldi, mentre a settembre dovrebbe chiudere gli sportelli di via Morpurgo, a Domio.


«Nell’ottica di ottimizzare e razionalizzare la propria rete commerciale», la FriulAdria ha accorpato nel mese di maggio la filiale di via Ponziana a quella di piazza Foraggi, «essendo queste fisicamente molto vicine», mentre gli sportelli di via Carducci sono stati trasferiti in via Coroneo.


Eppure il valzer delle banche non sembra ancora terminato, con chiusure e accorpamenti che si stanno profilando all’orizzonte e che complicheranno ulteriormente la ricerca di uno sportello bancomat.


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