Chiude la Tirso di Muggia: si punta alla riconversione con le pizze di Roncadin

L’azienda di Meduno nel pordenonese ha intavolato una trattativa con Fil Man Made per rilevare la fabbrica. Possibile il riassorbimento dei 175 lavoratori

Diego D'Amelio
I lavoratori della Tirso all'esterno del Consiglio regionale a Trieste Foto Andrea Lasorte
I lavoratori della Tirso all'esterno del Consiglio regionale a Trieste Foto Andrea Lasorte

Dai filati per uso industriale alle pizze surgelate. La crisi esplosa nell’azienda tessile Tirso di Trieste (controllata del gruppo trevigiano Fil Man Made) potrebbe trovare il suo cavaliere bianco nella Roncadin, impresa pordenonese di successo, che produce su larga scala pizza surgelata di qualità. Il nome rimbalza a margine del tavolo di crisi convocato mercoledì 2 ottobre dalla Regione Friuli Venezia Giulia, per fare chiarezza sulle intenzioni di Fil Man Made, che ha già comunicato ai sindacati la decisione di non far ripartire la produzione nell’impianto con sede alle Noghere.
Il vertice è stato convocato nella sede del Consiglio regionale. Sotto al palazzo una ventina di lavoratori dell’impianto triestino. Poi l’incontro dove il proprietario Andrea Parodi ha comunicato la volontà di formalizzare a giorni la decisione di chiudere il sito triestino, facendo richiesta di accesso alla cassa integrazione straordinaria per cessazione attività, che offrirà ai 175 dipendenti un anno di copertura con l’ammortizzatore sociale.
Regione e Confindustria hanno a propria volta ribadito l’esistenza della trattativa con un player industriale operante in altri settori, in grado di assorbire tutte le maestranze. Il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti ha espresso la convinzione che la trattativa possa concludersi positivamente entro l’anno, lasciando poi spazio alla riconversione di impianti e personale. Il nome di Roncadin non è mai stato pronunciato, ma ha trovato la conferma nel corso della giornata da parte di più fonti vicine al dossier.
La vicenda industriale coinvolge pezzi importanti del Nord Est. La capogruppo Fil Man Made ha sede a Treviso, da cui controlla siti produttivi a Trieste e Maniago (Pordenone), oltre in Portogallo e Turchia. L’impianto cinese è stato appena venduto per una cifra attorno agli 11 milioni, che Parodi non ha tuttavia voluto utilizzare per far ripartire la produzione della Tirso, i cui debiti con i fornitori di elettricità non consentono di riaccendere le macchine.
Ma ad allargare ulteriormente la questione fuori da Trieste è la discesa in campo di Roncadin. L’azienda di Meduno (Pordenone) ha intavolato una trattativa con Fil Man Made per rilevare la fabbrica triestina. Da settimane sono in corso confronti riservati tra i due soggetti privati, Regione, Friulia e Confindustria per avvicinare domanda e offerta. Roncadin si è resa disponibile ad assorbire tutti i 175 lavoratori (per due terzi donne) da riqualificare rispetto a una produzione completamente diversa dai filati tecnici per la realizzazione di filtri industriali, materiali ignifughi, tendaggi e accessori per l’automotive. Via il tessile e dentro le pizze surgelate di alta qualità, con l’effetto di creare in zona Noghere un primo polo dell’alimentare: Barilla (ex Pasta Zara) è a un chilometro di distanza.
Il gruppo Roncadin assicurerebbe solidità, con un fatturato da 175 milioni e poco meno di 800 dipendenti (quasi l’80% donne) tra la casa madre di Meduno, la piccola controllata Zero di Sommacampagna (Verona) e la nuova filiale di Chicago, per la cui apertura è in pista un investimento da 40 milioni di euro. L’arrivo sul mercato nordamericano prevede la produzione di oltre 50 milioni di pizze all’anno, che andranno ad aggiungersi ai 100 milioni di pezzi realizzati in Italia. I piani parlano di un’ulteriore crescita in Italia, con un centinaio di nuove assunzioni tra produzione e uffici entro fine 2024.
«Dopo sei mesi di lavoro alla ricerca delle soluzioni – commenta l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen – oggi c’è finalmente chiarezza sulle intenzioni dell’azienda. C’è la volontà di mettere in sicurezza i lavoratori: la Regione attiverà tutte le politiche attive del lavoro e agirà per salvaguardare il futuro il sito produttivo».

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