Chiude la Guardia medica: a Monfalcone è subito caos
MONFALCONE. Guardie mediche ospedaliere in rotta di collisione con l’Azienda sanitaria 2 Isontino Bassa Friulana. Chiusi tutti gli ambulatori del Servizio di continuità assistenziale. In progressione. A Cormons, Grado, Cervignano, Palmanova, Latisana e San Giorgio di Nogaro.
Sabato 24 marzo si sono affiancate le sedi al San Polo di Monfalcone e al San Giovanni di Dio di Gorizia. Il messaggio della categoria è chiaro: rimane garantito il servizio di “consiglio telefonico” e di visita a domicilio, ma non l’attività ambulatoriale. Che si vuole venga contrattualizzata, ossia pagata. I pazienti in codice bianco e giallo, di bassa e media gravità, sono stati “restituiti” ai Pronto soccorso. La sospensione del servizio ambulatoriale s’è diffusa a macchia d’olio negli ospedali di rete dell’Aas 2 riversando gli accessi all’area di emergenza. La criticità più evidente s’è presentata al San Polo, dove il Servizio di continuità assistenziale garantisce una media di 20 mila accessi l’anno e 80, 120 giornalieri. Ieri verso le 17.30 al Pronto soccorso di Monfalcone alle 26 persone in cura si contavano 39 in sala di attesa. C’è chi era in coda già dalle 6.30 del mattino. Disorientamento, malumori, se non anche esasperazione tra i pazienti. Con il febbrile via vai del personale sanitario. Una situazione caotica nel vortice di una giornata che ha visto spiccare all’ingresso del Servizio di continuità assistenziale il cartello: «Ambulatorio chiuso non più ritenuto obiettivo strategico aziendale dell’Azienda sanitaria 2».
Tutto è nato dalla corresponsione di un supplemento economico di tre euro l’ora nella busta paga sancita nel 2006 dall’Accordo integrativo regionale (Air) a fronte di obiettivi prefissati dalla stessa Azienda sanitaria. Obiettivi evidentemente non chiariti, considerato che la Corte dei conti ha “eccepito” in tal senso. E l’Aas 2 ha decurtato quei tre euro l’ora dagli stipendi. Sono seguiti gli incontri tra la Direzione aziendale con il direttore generale Antonio Poggiana e i sindacati. L’ultimo dei quali mercoledì. «L’Azienda - ha spiegato Poggiana - ha illustrato l’obiettivo utile a recuperare il supplemento economico individuato nella tenuta della cartella informatizzata, ai fini della tracciabilità degli interventi. Un accordo che, agli esiti dell’incontro, abbiamo ritenuto raggiunto». Non evidentemente dai sindacati di categoria che hanno deciso la “serrata”.
«Il contratto collettivo nazionale – ha osservato il dottor Walter Ziani, responsabile del Servizio di continuità assistenziale del San Polo – contempla il servizio telefonico e l’intervento domiciliare. Da anni però garantiamo volontariamente l’attività ambulatoriale, non pagata, servizio che abbiamo messo a disposizione nell’ambito del nostro compito preposto alla sostituzione dei medici di base e che rappresenta anche un importante aiuto ai servizi ospedalieri come il Pronto soccorso». Ziani ha aggiunto: «La decurtazione dei tre euro suppletivi per i mancati obiettivi, come comunicatoci dall’Azienda, ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, poiché ciò che chiediamo in realtà è la “contrattualizzazione” dell’attività ambulatoriale.E l’Azienda ci ha risposto picche».
Ieri il sindaco Anna Maria Cisint s’è recata al San Polo per avere contezza di cosa stesse accadendo: «Inoltrerò all’Azienda sanitaria 2 la richiesta di ripristino dell’attività ambulatoriale della guardia medica a partire dall’inizio della prossima settimana - ha affermato -, oltre a inviare specifica comunicazione alla Regione chiedendo conto di questa grave situazione che acuisce la già pesante condizione lavorativa nella quale versa il Pronto soccorso e che si ripercuote sui cittadini». Poggiana da parte sua ha spiegato: «I tre euro l’ora non sono legati all’attività ambulatoriale di guardia medica, ma vanno ricondotti agli obiettivi che, a fronte di quanto eccepito dalla Corte dei conti, abbiamo proceduto a stabilire. La sospensione dell’emolumento è seguita alla visita del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Gorizia, in attesa di poter elaborare l’obiettivo che mercoledì abbiamo illustrato ai sindacati, ossia l’introduzione della cartella clinica informatizzata. Il supplemento economico sarà quindi garantito. Diversa è invece l’attività ambulatoriale, non prevista dal contratto nazionale ma che abbiamo lasciato alla discrezionalità dei medici in alternativa alle visite domiciliari».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo