Chiude il McDonald’s, salvi i 15 dipendenti
Martedì 17 sarà l’ultimo giorno di apertura al pubblico del McDonald’s di Gorizia. Ad appena quattro anni dall’apertura del ristorante di via Trieste lascia la città un marchio importante. Nel comunicato ufficiale della Prodromo, la società che gestisce i centri McDonald’s nelle provincie di Gorizia e di Trieste (società licenziataria), si spiega la chiusura con “la ricerca di una maggiore efficienza della presenza nella provincia dell’azienda che con i suoi tre ristoranti ha servito più di 2500 clienti al giorno nel 2014”.
Simone Dominioni, amministratore unico di Prodromo, non si nasconde: «In effetti, nonostante le dettagliate analisi di mercato effettuate prima dell’apertura del ristorante di via Trieste, mai ci saremmo aspettati che le apertura di Monfalcone e del centro Tiare drenassero così tanti clienti a Gorizia».
L’aspetto positivo della vicenda riguarda il personale. Il ristorante di Gorizia conta 15 dipendenti a tempo indeterminato (comprese due maternità) e quattro apprendisti. I lavoratori verranno dirottati a Monfalcone, a Villesse e al nuovo McDonald’s che sarà attivato in piazza Goldoni a Trieste.
La direzione di Prodromo tuttavia ha in serbo per i clienti del McDonald’s Gorizia una piacevole sorpresa: da martedì 10 a martedì 17 ogni cliente che frequenterà il ristorante di via Trieste riceverà sino a fine mese, presentando lo scontrino del pasto assunto a Gorizia, un Crispy McBacon in omaggio nei ristoranti di Villesse e di Monfalcone.
Rispetto a queste due sedi, Gorizia ha avuto lo svantaggio di una posizione decentrata. Sia a Monfalcone che a Villesse infatti il McDonald’s è una sorta di complemento dei rispettivi centri commerciali.
Le affermazioni di Dominione stanno a dimostrare come il ristorante di Gorizia fosse frequentato dall’inizio soprattutto da non goriziani, che successivamente si sono ricollocati negli altri due. Di qui la considerazione, tutta da dimostrare oggettivamente, di un appannato appeal di Gorizia. Ma probabilmente è solo questione di comodità.
Il ristorante di Gorizia è ospitato in affitto in una struttura che ora rischia di diventare l’ennesimo edificio vuoto, quasi un monumento alle potenzialità non colte appieno dalla città.
Anche la ristorazione goriziana attraversa un momento difficile per diverse ragioni. Chiudono ristoranti anche rinomati, si mantengono in linea di galleggiamento altri anche in virtù di iniziative create apposte per attrarre nuovi clienti.
Già sottolineato il problema della concorrenza creata dai ristoranti sloveni, dove - spiegano addetti ai lavori - un cameriere non percepisce più di quattro euro all’ora, importo ben al di sotto di quanto avviene a Gorizia.
Eccoci di nuovo alla necessità di una rivalutazione del sistema fiscale lungo la fascia confinaria. Una battaglia portata avanti tempo fa dal presidente della Provincia Gherghetta costretto alla resa dalla chiusura della matrigna Ue. Ora che il vento innovatore e per certi versi spavaldo della Grecia soffia sulla matrigna Unione europea chissà che non si possano riaprire i giochi. Purché a Gorizia una volta tanto si faccia sistema.
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