Chirurgia, test truccati: medico a giudizio

La data è quella dell'11 giugno del 2011. Attorno a mezzogiorno, un uomo maturo con un cane al guinzaglio e una giovane donna si incontrano al bar Beethoven in piazza Primo Maggio a Udine. L’uomo è il professor Piercamillo Parodi, direttore della scuola di specializzazione di Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva dell'Università di Udine. La donna si chiama Daria Almesberger, 30 anni, medico triestino, frequentante il reparto di chirurgia plastica dell'ospedale Careggi di Firenze.
Entrambi sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Padova Cristina Cavaggion. Accusa: abuso in atti d'ufficio e per Parodi anche falso. Gli “atti d’ufficio” altro non erano che le tracce del test di accesso alla scuola di specializzazione in chirurgia estetica dell’Università di Padova per l’anno accemico 2011-2012.
Infatti nell’occasione dell’incontro al bar Beethoven di Udine, secondo le indagini dei militari della Guardia di finanza, il professor Parodi aveva consegnato alla neolaureata l'elenco delle 19 tracce che, quattro giorni dopo, sarebbero state sottoposte a tutti i candidati alla specialità di Chirurgia estetica. I finanzieri che erano nascosti nel locale pubblico, avevano filmato la scena del passaggio del foglio con le tracce del concorso. Al quale poi la dottoressa Daria Almesberger è giunta al settimo posto, ottenendo l’incarico agognato.
La dottoressa triestina nell’incontro al bar Beehtoven avrebbe ricevuto dallo stesso Parodi non solo le “dritte” sulle domande dell’esame, ma anche sulle altre pratiche necessarie per portare a termine l’operazione. In particolare le modalità per ottenere il finanziamento (una fidejussione di 130mila euro - pare - messa di tasca propria dal medico tristino, privandosi così della paga per i cinque anni successivi) e il consiglio di procurarsi i titoli costruiti ad hoc indispensabili per acquisire un maggior punteggio. Parodi è accusato di aver falsificato i verbali dichiarando di aver partecipato alle operazioni della commissione, quando in realtà si trovava in un’altra località.
Le indagini all’epoca erano state coordinate dalla procura di Firenze. Poi sono passate di competenza a quella di Udine e infine a quella di Padova, sede della scuola di specializzazione. A chiedere e ottenere il rinvio a giudizio per entrambi è stato il pm Sergio Dini. La data dell’udienza è stata fissata per il 10 febbraio 2015. La dottoressa Almesberger è difesa dall’avvocato Maurizio Miculan di Udine, il professor Parodi, dall’avvocato Giuseppe Campeis.
Ma c’è di più: le tracce dell’esame di ammissione sarebbero state consegnate dal docente all’allieva per un preciso motivo. Secondo le indagini l’incarico alla dottoressa Alsemberger sarebbe stato infatti ottenuto anche in forza di una sorta di “sponsorizazione” elargita dalla società “Serotec srl” produttrice di apparecchiature laser della quale era amministratore e socio il padre della dottoressa.
In pratica, secondo l’accusa, la Serotec avrebbe messo a disposizione del reparto di chirurgia plastica di Firenze diretto dal professor Mario Dini le apparecchiature laser per un valore di circa 100mila euro di cui la Almesberger aveva la disponibilità”.
Il professor Mario Dini era stato stato arrestato per peculato e concussione e si era dimesso dall’incarico di primario del reparto dell’ospedale Careggi. Ma nell’indagine parallela della procura fiorentina la dottoressa Almesberger è comparsa anche come parte offesa. In quanto sarebbe stata costretta a prestare assistenza nell’ambito dell’attività libero professionale del primario fiorentino.
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