Chioschi in spiaggia a Grado: il Tar cancella il no della Soprintendenza
GRADO. L’imprenditore Adriano Bernardis ha vinto una battaglia contro la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, a capo della quale c’è l’architetto Maria Giulia Picchione.
Al centro dell’attenzione, tanto per cambiare, un’autorizzazione paesaggistica. In questo caso, quella relativa ai chioschi del tratto libero della spiaggia principale, che va dal settimo ingresso della Sacca fino al bosco di Pineta. Con varie motivazioni il Tar ha ritenuto illegittimo il diniego della Soprintendenza, condannando la stessa a rifondere le spese di giudizio pari a 3mila euro. A queste, però, potrebbero aggiungersi anche quelle che Bernardis, socio di maggioranza della Limbara srl, chiederà, come lo stesso ha precisato, alla Soprintendenza quale risarcimento danni.
L’Immobiliare Limbara, di Bernardis e della Parin srl, aveva impugnato il provvedimento della Soprintendenza del novembre dello scorso anno, che dava parere negativo alla realizzazione dei chioschi di uno stabilimento balneare, sulla spiaggia, articolato su due lotti, per 14.800 metri quadri. Quando si parla di chioschi - peraltro autorizzati dal Comune - il riferimento è a quelli destinati a bar, servizi igienici, locali di soccorso, spogliatoio e deposito di sdraio e ombrelloni. Alla prima istanza la Soprintendenza aveva chiesto l’integrazione di documenti e fotografie. Dopo questo adempimento, alla società veniva risposto che i manufatti progettati erano incompatibili con il contesto paesaggistico.
La Limbara si era rivolta al Tar ravvisando due violazioni e l’eccesso di potere da parte della Soprintendenza. A quel punto c’è stato il controricorso, a mezzo dell’avvocatura dello Stato, per il rigetto del ricorso della Limbara. Nel dispositivo il Tar fa riferimento anche all’“ingiustificato aggravamento procedurale”, e al fatto che il primo provvedimento lamentava una carenza di documentazione, mentre quello finale era difforme rispetto al primo dato che aveva specificato la “non compatibilità del progetto”.
«Questi servizi – afferma l’imprenditore Bernardis – consentono ora alla popolazione gradese e ai bagnanti di usufruire di una spiaggia completa di tutto. Questa decisione consente inoltre di far lavorare una decina di persone». Ma quella dei chioschi è solo una delle contese fra Bernardis e la Soprintendenza. Altre due “battaglie” sono dietro l’angolo: martedì prossimo si riunirà nuovamente la conferenza dei servizi per il progetto Grado 3, mentre l’11 giugno il Tar discuterà la questione dell’“ex casa dell’Enel” in riva Dandolo.
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