Chiesta ai soci una tantum da 450 euro per ripianare il debito

Da coprire 108 mila euro che l’attuale gestione ha ereditato dopo il più ingente ammanco denunciato alla Gdf dall’ex vertice
Bonaventura Monfalcone-02.03.2018 Canottieri Timavo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-02.03.2018 Canottieri Timavo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Ci sono ancora parecchie domande che attendono una risposta, per fare chiarezza sull’intricata vicenda dell’ammanco dalle casse denunciato alla caserma di via Boito lo scorso febbraio dall’allora presidente della Società canottieri Timavo Lorenzo Lorenzon. Ma in attesa che la Guardia di finanza concluda la sua attività investigativa e riferisca alla Procura di Gorizia, setacciando conti correnti per seguire la pista del denaro sparito, vale a dire asseriti 290 mila euro, l’attuale direttivo deve pagaiare sodo (e lo sta facendo) per trascinar la canoa fuori dalle secche. E se le prime manovre erano state avviate già in primavera, il salvataggio in concreto è partito lo scorso mese, con la deliberazione all’unanimità dell’una tantum, annunciata in precedenza e ora definita, di «450 euro rivolta a tutti i soci ordinari», maggiorenni alla data del 31 dicembre 2018. «I nuovi tesserati sono esenti», chiarisce il vicepresidente del sodalizio Luciano Signorelli.

Dunque prima rata di 250 euro da versare entro il 16 settembre e seconda da 200 al 31 ottobre. Si è stabilito, altresì, che particolari e personali situazioni di impossibilità a versare l’una tantum verranno prese in considerazione dal consiglio direttivo che le valuterà per le facilitazioni. Viceversa il mancato rispetto delle scadenze comporterà sanzioni, così come da regolamento interno. A ogni modo tutti i soci sono stati informati, in primis i genitori degli atleti.

La somma richiesta ai tesserati maggiorenni servirà a ripianare la spesa straordinaria, cioè i «debiti riscontrati nella passata annualità», cui non si può ottemperare, sempre stando al direttivo, a causa dei noti problemi di liquidità riconducibili al maxi-ammanco. «Si tratta – ancora Signorelli – di «108 mila euro». Cifra che però «in gran parte risulta già in via di estinzione».

Invece alla luce di incongruità e assenza di documenti, sempre secondo il vicepresidente, non si è potuto votare il bilancio consuntivo 2018. Infatti a marzo diversi faldoni erano stati portati via dalle Fiamme gialle nel corso di una “visita” a via dell’Agraria e sebbene una parte sia stata restituita proprio per consentire alla Sct l’operatività è ancora impossibile ricostruire i precedenti passaggi finanziari, operazione in cui revisori e direttivo verranno coadiuvati dall’avvocato Stefano Petronio. Niente rendiconto, insomma. Varato, invece, il previsionale 2019, come precisa Signorelli.

Oltre all’una tantum resasi necessaria per il pagamento dei «debiti originati nel 2018 e delle spese straordinarie», il direttivo ha stabilito anche una serie di ritocchi ai canoni sociali (più 50 euro), alle quote di primo ingresso (raddoppiate), ai posti barca a mare (aumento del 50%) e a terra (più 50 euro), il contributo ai soci atleti (150 euro) e la quota trasferta (40 euro al giorno). «Le spese deliberate per gli sportivi – spiega il vicepresidente della Sct – sono assolutamente in linea con quelle di altre associazioni di categoria in Fvg. La vela, per esempio, fa pagare pure il nolo delle imbarcazioni. Purtroppo sono finiti i tempi in cui si andava in trasferta gratis o a cifre irrisorie». «Ci sono stati malumori, certo, ma la Sct non beneficia di contributi pubblici – chiarisce – e noi stiamo cercando di raddrizzare la barca dopo la tempesta. Molto bene, mi pare. Ora c’è un direttivo a settimana che ci tiene impegnati fino a mezzanotte. Le energie riversate sono tante, ma i genitori, che ringrazio con il direttivo, sono con noi e contenti dei risultati dei ragazzi». «Non è detto, poi, che non si torni indietro e restituisca l’una tantum ai soci se, alla fine, riusciremo a recuperare tutta o parte della sottrazione», rimarca.

Fin qui le quote. Signorelli riferisce anche di un «provvedimento disciplinare, assunto a maggioranza del direttivo» (8 voti favorevoli, 3 astenuti): «L’espulsione dell’ex presidente Lorenzon dalla Sct, motivata dalle dichiarazioni non corrispondenti al vero rese nella relazione morale». L’ex tesserato, che non commenta nel merito, ma si dice «molto amareggiato» visto che ha dedicato tante ore di volontariato, 4-6 al giorno, alla società, presa in mano con 30 atleti e lasciata con un centinaio», ha fatto ricorso ai probiviri. «Ma l’atto è stato respinto, il provvedimento è per noi definitivo e lo abbiamo comunicato alle federazioni», conclude l’attuale vicepresidente Sct. –


 

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