«Chiedo chiarezza su Irisacqua e per questo vengo attaccato»

Francesco Fain
Prima i contras, poi i mal di pancia di Piscopo e Gentile. Oggi il caso Irisacqua.
È un panorama politico molto agitato quello goriziano, a ricordarci che le elezioni (anche non anticipate) non sono poi così lontane. L’agitazione è quotidiana.
A tenere banco, oggi, è il caso della società retta da Gianbattista Graziani. «Accuse risibili». L’assessore comunale alle Società partecipate Dario Obizzi si dichiara «stupito» dell’iniziativa dei vertici e dell’Odv (Organo di vigilanza) di Irisacqua «che, con un inusuale attacco pubblico, cercano di bloccare o perlomeno limitare l’esercizio del controllo analogo che il Comune di Gorizia, tramite il sindaco e il sottoscritto, compie nell’interesse ed a tutela della società e dei cittadini della provincia di Gorizia. Non vorrei che questa reazione sia stata causata dagli approfondimenti richiesti alla società, e su cui il Comune attende ancora riscontro. Temo, però, che le richieste del Coordinamento-soci di visionare le polizze assicurative personali dei dirigenti, che per l’azienda hanno un costo di quasi 15.000 euro annui, e quella del sindaco di Gorizia di avere notizie in merito ad un operatore economico che, a quanto segnalato, starebbe ricevendo incarichi dalla società pur avendo debiti con l’erario e, quindi, senza rispettare il Codice dei contratti pubblici possano aver toccato la suscettibilità di qualcuno».
Risposte
«punto su punto»
Continua Obizzi: «Le contestazioni mosse al sottoscritto sono, per contro, del tutto risibili e riguardano una relazione fatta dall’Odv oltre tre mesi fa, e alla quale c’è stata una precisa risposta, punto su punto. Il sottoscritto, giova ribadirlo per l’ennesima volta, non ha ricevuto alcun incarico professionale dalla società né li avrebbe mai accettati visto il ruolo pubblico ricoperto: pertanto, non vi può essere alcun conflitto di interessi con la stessa. L’attuale posizione assunta dall’Odv, oltre a tutto, appare contraddittoria rispetto al passato, quando il conferimento di incarichi ad amministratori di Comuni soci non veniva ritenuto motivo di conflitto di interessi o di violazione del Codice etico. Parimenti le contestazioni sul modo di esercitare il controllo analogo sono assolutamente infondate, provengono da un organo qual è l’Odv che non ha alcuna competenza in materia e non tengono conto del fatto che tale coordinamento è composto da cinque componenti e non dal solo sottoscritto».
La «realtà», e Obizzi lo sottolinea, è che «il Comune di Gorizia è molto preoccupato di quanto da un po’ di tempo sta accadendo all’interno dell’azienda. Le numerose segnalazioni inviate dai sindacati, le dimissioni di numerosi lavoratori assunti a tempo indeterminato ed i ripetuti cambi di organigramma confermano uno stato di tensione interna che mina l’operatività della azienda. A ciò si deve aggiungere il risultato degli accertamenti eseguiti a seguito della richiesta del sindaco di Romans, che ricopre anche il ruolo di presidente di Ausir, da cui sono emerse parecchie criticità nella gestione aziendale e che hanno portato il coordinamento soci a indicare delle linee-guida all’azienda, in particolare in tema di spese di rappresentanza, di assunzione del personale e di consulenze e incarichi giudiziali che, per Statuto, avrebbero dovuto essere recepite prontamente dalla società».
Il CONTROLLO
ANALOGO
Purtroppo, secondo l’assessore, «le contestazioni sul controllo analogo mettono in pericolo la sopravvivenza stessa della società, in quanto è tale controllo – che il Comune esercita per legge con la stessa attenzione riservata alla propria attività – che giustifica l’affidamento diretto dei servizi alla società in house. Il concreto timore del Comune di Gorizia è che il mancato rispetto del dovere di controllo possa far venir meno l’affidamento diretto del servizio, con conseguente scioglimento della società e perdita dei posti di lavoro». —
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