Chiede mille euro di “danni” all’ex amante della moglie
TRIESTE Lui, il marito tradito diventato estorsore. Lei, la moglie pentita fattasi ladra. E l’altro, che da amante di lei s’è risvegliato vittima di entrambi. Quello che fino a qualche settimana fa altro non pareva essere se non un triangolo da puro pettegolezzo si è trasformato in una storiaccia dai risvolti penali sfociata nell’arresto per estorsione del marito tradito da parte dei carabinieri. Partiamo dalla fine. Ieri il gip Laura Barresi - che l’ha sentito in occasione dell’interrogatorio di garanzia alla presenza del pm Antonio Miggiani che lo accusa e dell’avvocato Deborah Berton che lo difende - ha disposto la scarcerazione di G.S. (33enne triestino già noto alle forze dell’ordine, di cui non riportiamo le generalità in quanto la vicenda che lo riguarda in questo caso investe appieno la sua sfera privata) ritenendo non più sussistenti i pericoli di fuga o reiterazione del reato in attesa di un eventuale rinvio a giudizio.
G.S. era stato arrestato in flagranza lunedì nei paraggi del centro commerciale di via Giulia. È qui che aveva dato appuntamento a C.C. - 40 anni, pure lui triestino, l’ex amante di sua moglie (che ha invece 27 anni, L.G. le sue iniziali, anche lei con precedenti) - al quale aveva intimato, in un fitto scambio di sms, di consegnarli dei soldi per una sorta di risarcimento morale. “Pagami o te la farò pagare”, la minaccia rivolta a C.C. da G.S., che aveva evidentemente quantificato il danno derivante da quel rapporto extraconiugale in mille euro. Ma al centro commerciale C.C. non era solo, anche se G.S. non lo sapeva: nascosti e pronti a intervenire c’erano i carabinieri del Nucleo investigativo e della Stazione di via del’Istria, precedentemente allertati dallo stesso C.C. che, proprio ai militari della Benemerita, aveva raccontato tutto: “Stamattina gli ho già dato 300 euro, ne vuole altri 700”.
E quando quei 700 euro erano passati di mano, da C.C. a G.S., i carabinieri in borghese si erano appalesati e avevano appunto messo le manette ai polsi di G.S. Anche la moglie, nel contempo, è stata denunciata, ma a piede libero, per estorsione e furto in concorso. Sì perché nei giorni scorsi, quando i quattro mesi della sua relazione segreta con C.C. si erano esauriti, e lei aveva ottenuto evidentemente il perdono dal marito - L.G. ha pensato bene di collaborare al progetto dello pseudo-risarcimento, continuando a vedersi con quello che era stato il suo amante ma non più per sentimento bensì per tentare di grattargli denaro. Domenica, il giorno prima dell’arresto di G.S., C.C. (che ormai sospettava che L.G. frugasse tra le sue cose e gli pareva strano poi che lei si informasse sul suo conto in banca) si è reso conto anche grazie a delle telecamere installate in casa da tempo che la donna le aveva sfilato da un vestito appeso il bancomat. C.C. l’aveva chiamata e le aveva detto che aveva già bloccato la carta. In effetti un tentativo di prelievo, da parte dei due coniugi riappacificati col bancomat dell’ex amante di lei, la banca l’aveva già registrato. Era andato a vuoto. Entità della richiesta: proprio mille euro. La stessa che, alzando l’asticella, G.S. si era poi messo a reclamare a C.C. via sms.
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