Chiamata per 300 club: devono dotarsi di un defibrillatore
Gli sportivi triestini potranno presto sentirsi più sicuri. La recente pubblicazione della legge Balduzzi prevede infatti che ogni associazione sportiva dilettantistica sia tenuta a rispettare una serie di norme per la tutela della salute dei propri tesserati. Tra le novità la predisposizione di linee guida per idonee certificazioni mediche per chi pratica sport, nonché la dotazione e l’impiego nelle società sportive e dilettantistiche di defibrillatori semi-automatici ed eventualmente altri dispositivi salvavita.
Con tanto di corsi ad hoc per l’utilizzo di questi apparecchi presenti ad oggi in pochissime strutture sportive. E proprio i contenuti della legge Balduzzi saranno il tema principale dell'incontro previsto per lunedì 25 marzo nella sala Olimpia del Coni allo stadio Nereo Rocco organizzato dal presidente dell'associazione medico sportivo della Venezia Giulia Paolo Bergagna. «Complessivamente abbiamo contattato 300 società triestine, un numero davvero importante. D'altronde le comunicazioni che dovremo fare sono di grande interesse e coinvolgono migliaia di sportivi triestini», spiega Bergagna. Come è noto da anni è in vigore l'obbligo della visita medica sportiva agonistica dei tesserati di ogni singola società sportiva.
«In caso di problemi a risponderne penalmente è il presidente”, evidenzia Bergagna. In seguito al caso Morosini, il 26enne calciatore professionista deceduto lo scorso anno in seguito ad un arresto cardiaco durante l'incontro di calcio di serie B tra Livorno e Pescara, già a partire dalla categoria dell'Eccellenza la società ospitante ha l'obbligo di avere a disposizione un medico durante le partite casalinghe. «Il medico in questione però deve avere determinate caratteristiche tra cui quella più importante riguarda il possesso del diploma Blsd (Basic life support defibrillation, ndr) che consiste nel sapere utilizzare il defibrillatore, strumento fondamentale per intervenire da subito in caso di malore di uno sportivo», puntualizza il dottor Bergagna. L'associazione medico sportivo della Venezia Giulia assieme a 118 e Centro malattie cardiovascolari sta cercando di predisporre le basi per dare vita ad un corso gratuito, realizzato dal personale dell'azienda sanitaria, proprio per fornire le basi su come utilizzare al meglio i defibrillatori. Peraltro per legge il corso deve essere rifatto ogni due anni, a riprova della delicatezza dell'argomento. In base alla legge Barduzzi promulgata a fine dicembre sarà compito della Regione – probabilmente dopo la tornata elettorale, è evidenziato come in tutte le strutture dove si fa attività sportiva ci debba essere la presenza di un defibrillatore. Ma non solo. «La legge prevede anche la presenza di personale che sappia utilizzare questo apparecchio, motivo per cui bisognerà fare dei corsi specializzati anche per non medici: quando accade un'emergenza i primi minuti iniziali sono fondamentali per salvare la vita di una persona«, precisa Bergagna.
La presenza di una persona in grado di far funzionare un defibrillatore dovrebbe essere garantita tanto nelle partite quanto durante gli allenamenti. «E' il motivo per cui consiglio agli allenatori di interessarsi a tale corso, poiché un allenatore è sempre presente e a contatto con i propri atleti». C'è grande attesa ora per capire quale sarà l'adesione da parte delle associazioni sportive triestine all'incontro del 25 marzo.
Riccardo Tosques
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