Chi sono i triestini di oggi

Barbara, a Trieste, ci è arrivata quattro anni fa con il marito e i figli, si ostina a ordinare il caffè macchiato al vetro nella città del capo in B, ritrova la sua Roma nei palazzi «eleganti», nei parcheggi selvaggi, nei «motorini ovunque», e non vuole più andarsene.
Giordano ci è capitato da piccolo, con la mamma e due sole valigie, scendendo da un camion dopo l’addio ad Albona, ora è sereno ma ricorda di essersi dovuto conquistare tutto, «anche il sorriso della gente».
Behnam, a Trieste, ci è sbarcato trentacinque anni fa, ha lasciato Teheran dove non è mai più tornato, mentre l’emeroteca di piazza Hortis è diventata la sua «personale finestra sul mondo».
Francesca ci è nata, da bambina sposava e risposava Barbie e Ken, da grande ha trasformato una passione in professione.
Sono i triestini di oggi, quelli che vivono lavorano pensano sognano si preoccupano in una città che, nel travaglio della pandemia, sta cambiando.
A Barbara, a Giordano e a tutti voi abbiamo deciso di dedicare “I Triestini”: una storia quotidiana, tributo agli ormai mitici Humans of New York, da raccontare sul giornale di carta e sul digitale con la vostra voce, il vostro volto, cercandovi, guardandovi negli occhi, ascoltandovi.
Sì, ascoltandovi: una parola chiave, nell’era del blablabla autoreferenziale (non solo) social, se si vogliono costruire scambi autentici. Comunicazioni vere. Ponti di dialogo.
Crediamo che, nel centoquarantesimo anno di fondazione del “Piccolo”, spetti a voi scrivere giorno dopo giorno la storia collettiva di una comunità. La nostra. —
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