Cherso rivuole il leone di San Marco
Il sindaco Negovetic all’Ui: si impegni affinché sia ripristinato il simbolo della Serenissima
di Andrea Marsanich
di Andrea Marsanich
CHERSO Una città e un Comune capaci di emanare un fascino particolare, inossidabile, un qualcosa che sa d’antico ma che allo stesso tempo non indugia a rivolgere lo sguardo al futuro. Cherso città e la sua isola traggono e danno energia in un moto perpetuo, in grado di rapire coloro che le visitano la prima volta. E anche dopo. A reggere le sorti di questo «brillante» incastonato nel mare del Quarnero è Gaetano Negovetic, 56 anni, chersino doc, sposato con due figli, membro dell’Hdz, il partito di centrodestra al potere nel Comune isolano e in Croazia.
Signor sindaco, Cherso e i chersini devono molto al turismo. Che stagione avrete, quali saranno gli effetti della recessione?
Mi attendo gli stessi risultati dell’anno scorso e dunque né aumenti, né cali. L’isola non ha un gran numero di posti letto e basa la sua industria ricettiva su ospiti abituali, quelli che arrivano da decenni e neppure si sognano di rinunciare alla destinazione chersina. L’Albergo Kimen e il Campeggio Kovacine sono stati sottoposti negli ultimi anni a capillari interventi di miglioria, presupposto fondamentale per trattenere i vecchi ospiti e attirarne di nuovi.
Il rifacimento della principale strada di Cherso e Lussino, la D–100, sta andando però per le lunghe.
Sì ma nonostante i numerosi problemi, i lavori proseguono e attualmente si sta ristrutturando il segmento da Hrasta a Belej, lungo 5,1 chilometri. Entro la fine dell’anno o all’inizio del 2010, comincerà la ristrutturazione del troncone Vodice-Batajna, dopo di che resterà ancora il tratto verso Faresina. Difficile dire quando l’opera sarà portata a termine ma intanto rincuora il fatto che maestranze e ruspe siano in azione.
Quali i maggiori progetti infrastrutturali nell’isola?
La nostra amministrazione è molto impegnata in questo campo. Intanto posso dire che tutta Cherso è coperta dalla rete idrica, anche le località più lontane o che contano poche decine di abitanti, come nel caso di Lubenizze. San Martino e Vallone dispongono finalmente di moderne fognature, a Tramontana stiamo per potenziare l’acquedotto, mentre per Orlez, Caisole e Lubenizze stiamo progettando nuove reti fognarie. Uno dei maggiori investimenti riguarda l’approntamento del nuovo depuratore delle acque reflue a Cherso città. Si stanno inoltre ristrutturando diverse altre strade. Nel capoluogo provvederemo alla ripavimentazione della centrale via dello Statuto di Cherso e inoltre, in zona Brajda, vengono edificati 37 alloggi, grazie all’edilizia popolare agevolata.
Come giudica la collaborazione con la locale Comunità degli italiani, fondata dal presidente Nivio Toich?
La cooperazione è ottima, grazie anche al pluridecennale lavoro dell’impareggiabile Toich, che al momento della scomparsa era presidente del Consiglio comunale e pertanto il mio collaboratore più stretto. La Città e la Comunità degli italiani provvedono congiuntamente alla manutenzione della sede comunitaria, di proprietà del sodalizio. Gli ambienti si trovano in un edificio obsoleto, anche pericolante e dunque mi attendo un maggiore impegno da parte dell’Unione italiana per il suo risanamento, che credo dovrebe cominciare prossimamente.
La ricollocazione del leone marciano sulla Torre dell’orologio?
È una questione che spetta al Ministero della cultura e noi, come autonomia locale, rispetteremo qualsiasi decisione del dicastero. Colgo l’occasione per invitare il deputato italiano Furio Radin e l’Unione italiana, quali parte interessate, ad adoperarsi presso le competenti istituzioni per la risistemazione del simbolo della Serenissima sulla principale torre chersina.
È soddisfatto o meno della qualità dei collegamenti fra Cherso e la terraferma?
La situazione è molto migliore rispetto agli Anni 90. Ci sono linee di traghetto e di catamarano che funzionano bene, anche se sono dell’avviso che la mia città dovrebbe avere un proprio collegamento di catamarano con Fiume. Molte volte, a causa del maltempo, il catamarano non salpa nemmeno da Lussinpiccolo, mentre invece potrebbe farlo da Cherso, che ha un porto molto ben protetto dai venti. Voglio aggiungere che sono in corso i lavori di ristrutturazione e allargamento dello scalo traghetti di Faresina: permetteranno ai ferry un sicuro approdo e stazionamento, a prescindere dalle condizioni meteo.
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