Champagne, Vitovska e Ribolla, le dritte per i brindisi perfetti
TRIESTE Franciacorta o Prosecco per il brindisi iniziale. Rossi importanti - anche dal punto di vista del prezzo - come Amarone e Barolo per gli arrosti e i bolliti della tradizione. Ribolla spumantizzata, di gran moda in questo periodo, per chiudere in bellezza insieme a panettoni e frutta secca. Ecco cosa porteranno i triestini sulle tavole delle feste secondo le previsioni di chi di vino se ne intende. Tutti d’accordo su un punto: a fine anno per bere si spende decisamente di più.
«In questo periodo la gente è più aperta a fare acquisti diversi dal solito» spiega Mario del Malabar, e si può spaziare tanto. Anche se, alla fine, sotto gli alberi di Natale e a tavola trionfano le bollicine. Ristoratori, addetti alla grande distribuzione e osti - da Bere Bene a Zazzeron fino a Eataly - concordano sul dominio del Prosecco nella fascia più bassa di prezzo (rimanendo entro i 10 o 15 euro, per intenderci). Il Prosecco va tutto l'anno e piace sempre, dicono in molti, spiegando che a Natale semplicemente si impennano le vendite in termini di quantità e si va su produttori di fascia più alta fascia.
Volendo spendere un pochino di più, ecco che la classifica dei best seller viene subito sbaragliata dalla Franciacorta. Quest’area vitivinicola ha investito molto in immagine e pubblicità, spiegano i venditori, e rimane ben salda in testa, incalzata dalle bollicine targate Trento doc, che però paiono aver avuto un calo negli ultimi anni, non in qualità ma in termini di richiesta massa. Spostandosi oltreconfine per quanto riguarda le proposte più costose e raffinate, il re indiscusso rimane lo Champagne. Tutti i venditori di alta fascia confermano di venderne molto a Natale, grazie anche a delle proposte che riescono a garantire un ottimo rapporto fra qualità e prezzo. «Da noi è il prodotto che va per la maggiore - racconta Luca, di Nanut -. Non lo Champagne delle solite maison molto grandi, ma quello di piccoli produttori, che hanno un costo molto più abbordabile e, se scelti bene, garantiscono un risultato di impatto più forte rispetto a qualsiasi altra bollicina».
Il mito dello champagne insomma resiste. Moltissime persone, tuttavia, chiedono vini italiani e locali. Grazie a questa tendenza si sono conquistati delle nicchie vini come la ribolla gialla, che in regione viene preparata anche con metodo classico, e pure alcune bollicine prodotte a Trieste. «Il legame del triestino per i prodotti made in Italy e in particolare per i prodotti del proprio territorio è sempre stato forte», dice Barbara di Bishof. Per i fermi regionali tutta l’area del Collio rimane gettonatissima, come nel resto dell’anno, mentre fra i vini della provincia ha spiccato il volo la Vitovska, sempre più richiesta. Il più convinto ambasciatore dei produttori di casa nostra è Paolo, del bar Vatta, che racconta: «Noi puntiamo tantissimo sui locali e sul nostro Carso. Col cotechino, ad esempio, ci sta benissimo nel cesto natalizio anche un buon Terrano!». —
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