Cgil regionale, ok a Pezzetta segretario

UDINE. In principio, così avrebbe preferito l'uscente Franco Belci, il "papa" sembrava poter essere Orietta Olivo. Sarebbe stata la prima volta di una donna segretario generale della Cgil del Fvg. Poi è sembrato che Emanuele Iodice, con la spinta del Pordenonese, potesse spuntarla. Invece alla fine tocca a Villiam Pezzetta, gemonese, 58 anni.
Una soluzione non unitaria (ieri all'Enaip di Pasian di Prato si sono contati 84 voti a favore, 17 contrari e 11 astenuti), ma che salva il territorio dall'imposizione nazionale del candidato. La Cgil regionale (107.329 iscritti) ha infatti saputo uscire dal labirinto in cui era entrata causa la doppia candidatura "bruciata" di Olivo e Iodice, i compagni di viaggio di Belci in segreteria.
Pur di evitare uno sgradito "commissariamento" romano, il sindacato, dopo qualche settimana di trattativa sotto traccia, ha trovato in Pezzetta una via d'uscita approvata a maggioranza. Se per la donna al vertice si dovrà attendere, pure Pezzetta fa segnare un primato: non era mai accaduto che fosse la provincia di Udine a esprimere il leader della Cgil regionale.
Il neosegretario vanta un'esperienza quasi trentennale nel sindacato. Iscritto dal 1979, è stato segretario provinciale Fiom Udinese-Bassa friulana dal 1998 al 2004 per poi passare alla Fillea (edilizia e legno), dove è stato segretario comprensoriale (2004-2010), provinciale (2010-2014) e regionale (2006-2014). Un anno fa l’elezione al vertice Cgil di Udine, incarico che terrà fino all'elezione del successore prevista dopo la pausa estiva.
Nella dichiarazione programmatica Pezzetta ha annotato innanzitutto la necessità di «lavorare per garantire un'organizzazione coesa e capace di restituire fiducia ai lavoratori dimostrando coerenza, chiarezza e trasparenza al suo interno».
Obiettivo che da un lato serve per «affrontare una crisi che fa ancora sentire pesantemente i suoi effetti sul tessuto economico e occupazionale della regione», dall'altro per consentire a Cgil Fvg di mantenersi «solido riferimento sociale e politico». In cima all'agenda la tenuta dell'industria manifatturiera, «interessata da importanti processi di destrutturazione che hanno influito pesantemente anche nel terziario, ma che rappresenta tuttora, e continuerà a esserlo nei prossimi decenni, il motore dell'economia regionale».
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