Cgil, esposto in Procura sul caso-bidelli a Gorizia

Il sindacato: «Sono da coprire 100 posti ma l’Ufficio scolastico provinciale ha convocato in tempo per la nomina solo 20»

GORIZIA Un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Gorizia dalla Cgil scuote l’avvio dell’anno scolastico nell’Isontino. Nel mirino della Cisl la situazione dei bidelli precari.

La Cgil lamenta che sono quasi cento i posti da coprire per l’avvio dell’anno scolastico, «ma sono stati solo 20 i bidelli precari convocati dall’Ufficio scolastico provinciale (Usp) di Gorizia in tempo utile per essere nominati a partire dal primo settembre».

 

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BERLIN - AUGUST 23: Children walk down the way on the first school day on August 23, 2010 in Berlin, Germany. Many German school districts, including those in Berlin, are reducing the school times pan from 13 to 12 years as part of a nationwide set of primary and secondary school reforms.. (Photo by Andreas Rentz/Getty Images)


A denunciare l’anomalia è la Flc, il sindacato scuola della Cgil, con il segretario regionale Adriano Zonta e la responsabile provinciale Fabrizia Perco, che sulla questione hanno appunto inviato un esposto alla Procura della Repubblica.

Al centro del caso i criteri di assegnazione delle supplenze annuali del personale Ata, cui l’ufficio scolastico di Gorizia ha deciso di procedere il 28 agosto, contestualmente alle immissioni in ruolo, cioè alle nuove assunzioni di personale a tempo indeterminato. Effettuate le immissioni, infatti, il fabbisogno di assistenti tecnici, amministrativi e di collaboratori scolastici non garantito dal personale a tempo indeterminato viene coperto attraverso nomine annuali a livello provinciale, e successivamente – in presenza di ulteriori posti scoperti – con chiamate dirette da parte dei singoli istituti.

La Cgil, però, contesta le modalità seguite dall’Usp: «Che invece di convocare tutti i candidati presenti in graduatoria, come è stato fatto correttamente con il personale tecnico e amministrativo, nel caso dei collaboratori scolastici ha chiamato solo i primi 20 presenti in graduatoria, a fronte di 97 posti disponibili, di cui 33 a tempo pieno e 64 con orari parziali», spiegano Zonta e Perco.

 

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Prima di chiamare in causa la procura, la Flc ha chiesto chiarimenti all’Ufficio scolastico, «che - spiega il sindacato - ha motivato la propria scelta con l’imminente disponibilità, a livello provinciale, di un contingente di 59 nuovi posti a tempo pieno. Si è dato per scontato, in sostanza, che la maggior parte dei candidati avrebbe rifiutato un incarico a tempo parziale in previsione di un’imminente nomina a tempo pieno».

Una risposta che non convince la Cgil: «Se fosse vero che ulteriori nomine sono state congelate in attesa dei nuovi posti a tempo pieno – argomentano Zonta e Perco – non si comprende perché non si siano convocati almeno 33 candidati, tanti quanti i posti a tempo pieno disponibili da subito».

Ma la Cgil sottolinea una seconda incongruenza: «Chi accetta un incarico a tempo parziale – aggiungono i due rappresentanti della Flc – ha facoltà di rivedere la sua scelta a favore di un incarico a tempo pieno, laddove questo si renda disponibile dopo la prima convocazione. È evidente quindi che si è agito in modo contrario all’interesse di decine di lavoratori precari, cui è stata negata la possibilità di una continuità occupazionale a cavallo dei due anni scolastici, e di molte scuole, costrette a ripartire con organici Ata insufficienti. Tutto questo sulla base di criteri che giudichiamo non trasparenti e non conformi alle procedure previste dalla legge. Da qui, secondo noi, la necessità di un intervento della magistratura».

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