Cervignano, gestiva una “casa a luci rosse”: cinese denunciata

L’appartamento sequestrato dai carabinieri. Alla 52enne affittuaria dell’alloggio contestato lo sfruttamento della prostituzione
Carabinieri in piazza Indipendenza
Carabinieri in piazza Indipendenza

CERVIGNANO Scoperta dai carabinieri una “casa a luci rosse” in pieno centro a Cervignano.

Dopo mesi di indagini approfondite i militari della Compagnia di Palmanova hanno sequestrato un appartamento in piazza Indipendenza e hanno denunciato una cittadina cinese di 52 anni – regolare sul territorio nazionale – per l’ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione.

Gli investigatori, all’inizio dell’estate, avevano ricevuto da parte dei cittadini segnalazioni relative a un sospetto viavai di uomini a tutte le ore del giorno e della notte e, in particolare, durante i fine settimana.

I carabinieri – sotto la guida del maggiore Stefano Bortone – hanno dapprima tenuto d’occhio l’alloggio in questione e, una volta constatata la veridicità di quanto era stato riferito dalla gente, hanno avviato indagini capillari, anche di natura tecnica. E hanno raccolto le testimonianze di numerosi clienti.

In questi giorni, poi, c’è stato il blitz all’interno dell’abitazione che si trova al decimo piano di un condominio. I militari dell’Aliquota operativa del Norm di Palmanova, si sono presentati in borghese, come fossero clienti qualsiasi. Hanno suonato il campanello e, quando la porta è stata aperta, si sono qualificati e hanno effettuato la perquisizione sequestrando poi articoli erotici, preservativi e circa quattromila euro in contanti, somma ritenuta provento dell’attività. Al momento del controllo in casa c’erano anche altre due cittadine cinesi di 43 e 53 anni, entrambe regolari.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i clienti – di tutte le età, giovani e meno giovani, provenienti dal Cervignanese, ma anche da altri Comuni – venivano a conoscenza dell’attività di prostituzione attraverso gli annunci pubblicati su siti internet di incontri. Poi telefonavano al numero indicato per mettersi d’accordo sul tipo di prestazione e sul prezzo da pagare: il tariffario poteva variare da 50 fino a 200 euro e variavano anche i tempi degli incontri, dalla mezz’ora alle due ore.

La cinquantaduenne cinese è stata denunciata per l’ipotesi di sfruttamento in quanto, sempre seguendo la ricostruzione dei carabinieri, non solo risultava intestataria dell’appartamento di piazza Indipendenza, ma era anche lei a ricevere i pagamenti.

Sotto sequestro anche un altro appartamento a San Donà di Piave che era stato preso in affitto sempre dalla 52enne e all’interno del quale, durante un controllo effettuato dai carabinieri del posto, sono stati trovati oggetti che inducono gli investigatori a ritenere che anche lì si sia svolta o si dovesse svolgere attività di prostituzione.–

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