Certificati medici falsi per la dipendente. Assoluzione per tutti
TRIESTE La notizia aveva messo in agitazione un po’ tutti i medici di base: due dottori (F. F. e M. G., queste le iniziali), erano stati accusati di aver prodotto certificati falsi per A. M., una dipendente del Comune. Il gup del Tribunale Laura Barresi però, nei giorni scorsi, ha ribaltato le carte in tavola del pm Lucia Baldovin, dando così torto al Municipio, che si era costituito parte civile. Nessun inganno dunque poiché i tre imputati, diventati due in quanto uno nel frattempo è deceduto, sono stati assolti con formula piena.
L’accusa sosteneva che F. F., assistito dagli avvocati Paolo Longo e Andrea Cosma, avesse attestato «falsamente» la malattia della dipendente, indicando che la paziente, difesa dai legali Maria Grazia Tedesco e Antonella Mazzone, fosse affetta da grave patologia in terapia salvavita. Quattro sarebbero stati i reati commessi per cui venivano imputati: falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e truffa. Quelli che sarebbero stati ritenuti dei certificati falsi, emessi tra il 2012 e il 2013, avrebbero consentito alla donna di non affrontare visite fiscali e non subire l’applicazione del periodo di “comporto”: ciò significa che durante il periodo di malattia la persona non può essere licenziata né può essere modificata la retribuzione.
I vantaggi di cui godeva, però, si sosteneva, avrebbero provocato un danno economico all’ente pari a circa 67 mila euro. E per questo il Comune aveva deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale contro i tre accusati, per chiedere un risarcimento. Ora, alla luce del verdetto a suo sfavore, bisognerà capire se l’amministrazione farò ricorso.
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