Cercano un pediatra ancora 26 bambini

Dei 70 utenti rimasti senza copertura, ne sono stati assegnati 44. Tra la città e Staranzano 4 i medici per 4.167 assistiti
Bonaventura Monfalcone-06.09.2017 Centro vaccinazioni-Ospedale-San Polo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-06.09.2017 Centro vaccinazioni-Ospedale-San Polo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
La lista di attesa si è ridotta a ventisei bambini. Rimane al momento un ulteriore posto libero da poter assegnare, limando la scopertura a venticinque piccoli utenti. Il caso dei bambini per le quali le famiglie si sono recentemente rivolte all’ospedale San Polo ai fini della garanzia circa l’assistenza pediatrica, sta gradualmente rientrando.


Nell’arco di una decina di giorni dall’emersione della questione, una circostanza portata all’attenzione dall’amministrazione comunale, con il sindaco Anna Maria Cisint e l’assessore alle Politiche sociali, Sebastiano Callari, che avevano avuto un incontro per fare il punto della situazione dell’ospedale di San Polo, l’assorbimento dei bambini scoperti ha raggiunto quota quarantaquattro.


Assegnazioni, quindi, spalmate tra i pediatri di base. Restano pertanto da gestire i ventisei bambini in attesa, che caleranno a venticinque qualora verrà fornita la disponibilità alla presa in carico di un piccolo utente.


Ad oggi, quindi, per i bambini in attesa del pediatra di prima scelta il riferimento è il medico di base oppure il Servizio di Pediatria del San Polo.


La necessità di abbattere il vuoto di copertura pediatrica è peraltro legata ad un possibile appesantimento dello stesso reparto, al fine di mantenere l’equilibrio e l’appropriatezza dell’assistenza medica tra il servizio ospedaliero e la rete territoriale garantita dai pediatri.


Di fatto è una questione di avvicendamento. Il sistema, infatti, si poggia sull’inserimento di nuovi bambini all’interno del “contingente” di pazienti in carico ai pediatri in base all’uscita degli utenti che hanno raggiunto l’età dei 14 anni, utile al passaggio all’assistenza del medico di Medicina generale, il medico di famiglia.


Certo è che per i pediatri disponibili sul territorio la presa in carico di pazienti è satura. Una mole di lavoro del resto che si ripropone anche per quanto concerne l’attività sul territorio dei medici di Medicina generale.


La situazione riguardante il territorio di Monfalcone e di Staranzano circa il settore pediatrico viene data dalle cifre.


I pediatri in servizio sono quattro, a fronte di un carico complessivo di 4.167 piccoli pazienti.


Si tratta, in particolare, dei professionisti medici Branka Herceg, che opera in via Garibaldi e segue 1.067 bambini. Rita Riosa, con lo studio in Largo Antonetta, ha in carico 1.019 pazienti, mentre Chiara Trevisiol, operante in via 9 Giugno assiste 1.040 piccoli. Infine, Adelmo Vinci, operante a Staranzano in via Fratelli Fontanot, ha un carico di 1.041 bambini.


Ogni pediatra, inoltre, mantiene un margine di dieci posti liberi che restano appannaggio degli eventuali fratellini dei pazienti già assistiti. Posti riservati e non utilizzabili per esuberi di copertura pediatrica.


Attualmente, quindi, fatto salvo l’unico posto rimasto ancora libero da poter sfruttare, la disponibilità è esaurita.


Intanto l’amministrazione comunale mantiene l’attenzione sul sistema sanitario cittadino, in attesa di veder confermate le istanze già richieste allo stesso assessore regionale Maria Sandra Telesca. A partire dall’assegnazione al San Polo della risonanza magnetica, in arrivo entro la fine del mese di settembre.


Su tutto il sindaco Cisint ha ricordato un aspetto: «Attendiamo l’evoluzione circa l’erogazione dei circa 6 milioni di parte corrente richiesti per l’Azienda sanitaria Isontino Bassa Friulana, nell’ambito dell’aggiornamento rispetto allo stanziamento aggiuntivo in sede di assestamento di bilancio da parte della Regione. Ritengo peraltro che sia necessaria la certezza delle risorse, da programmare dall’inizio dell’anno».


Il sindaco ha ribadito infine la sua posizione in merito all’Unità Coronarica: «Non intendiamo mollare la presa, la sicurezza non si riduce. L’Unità deve restare con le relative implementazioni».


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