Cercano droga in casa e invece trovano una divisa di carabinieri

La polizia di frontiera a caccia di stupefacenti ha trovato una giacca originale dell’Arma con l’etichetta staccata. Indagine per ricettazione
Carabinieri, guardia di finanza e polizia in azione per effettuare controlli straordinari e perquisizioni a seguito degli episodi di criminalità avvenuti nei giorni scorsi a Ostia, 28 novembre 2017. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Carabinieri, guardia di finanza e polizia in azione per effettuare controlli straordinari e perquisizioni a seguito degli episodi di criminalità avvenuti nei giorni scorsi a Ostia, 28 novembre 2017. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

TRIESTE Lo pizzicano con dello stupefacente in tasca durante un abituale controllo in strada. Ma quando lo perquisiscono in casa, a caccia di altra droga, gli agenti gli trovano un giubbotto dei carabinieri.

È finito in guai giudiziari un trentatreenne di San Dorligo della Valle: l’uomo è stato indagato per ricettazione. Comparirà in udienza davanti al giudice Laura Barresi: sarà giudicato in rito abbreviato. È stata la polizia di frontiera a fermare il trentatreenne con le sostanze stupefacenti addosso e a rinvenire nelle ore successive l’insolito abito: si trattava proprio di una giacca a vento in dotazione ai militari dell’Arma. Indumenti che, notoriamente, non sono adibiti alla libera vendita. Com’è possibile, quindi, che il sospettato tenesse nel proprio alloggio un giaccone di quel tipo? Da chi lo ha avuto?

Il trentatreenne si è giustificato sostenendo che il giubbotto gli era stato regalato in passato da un conoscente. «Parecchi anni fa», ha affermato l’imputato.

Con molta probabilità si tratterà ora di rintracciare chi avrebbe effettivamente ceduto il giubbotto all’uomo. E in quali circostanze. Un carabiniere in pensione? Oppure l’abito è stato sottratto a un militare dell’Arma magari mentre era in servizio? Dubbi che non hanno ancora una risposta.

«Sono semplicemente un collezionista», ha detto l’imputato. Un collezionista di oggetti militari e di divise, evidentemente, come tanti appassionati. Un settore che ha un mercato piuttosto vasto, come dimostrano gli innumerevoli fiere e mercatini che vengono organizzati abitualmente in varie zone del Paese.

Per quanto riguarda invece la vicenda giudiziaria in cui si è cacciato il trentatreenne triestino, va precisato che nelle scorse udienze dovrebbe essere stato sentito anche un testimone informato sulla vicenda.

Ma quello della ricettazione, stando a quanto si apprende, al momento non è l’unico reato al quale dovrà rispondere l’appassionato di divise militari: ma anche quanto previsto dall’articolo 497 ter del codice penale. Già, perché sulla giacca a vento comparivano ancora i distintivi. E l’articolo 497 ter, oggetto dell’indagine della Procura, viene contestato infatti a «chiunque illecitamente detiene segni distintivi, contrassegni o documenti di identificazione in uso ai Corpi di polizia, ovvero oggetti o documenti che ne simulano la funzione».

Ma pare che l’indumento avesse l’etichetta interna, quella che riporta il numero di lotto e che quindi consente di identificare la provenienza dell’indumento, strappata. Un modo, forse, per non risalire al proprietario originario della divisa. —

 

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