Centrosinistra, primarie per scegliere la presidente delle “pari opportunità”
di Ivana Gherbaz
Le primarie anche per scegliere chi sarà la presidente della Commissione pari opportunità del Comune di Trieste? Perché no, quando non ci si riesce a mettere d'accordo ecco che questa può diventare una soluzione. Le nove commissarie elette in rappresentanza del centrosinistra hanno deciso di fare ricorso ad un metodo che ormai sta nel Dna dei democratici. Così a sfidarsi per la guida della Commissione sono state Tania Grimaldi e Maria Stella Malafronte. Ad uscire vincitrice dalle primarie è stata la Grimaldi anche se, colpo di scena, ieri alla prima assemblea fissata per la nomina definitiva della presidente a scendere di nuovo in campo è stata anche la Malafronte. Che purtroppo non è riuscita ad essere eletta, i dieci voti sono andati tutti alla Grimaldi. Un tira e molla che ha allungato di molto l'inizio delle attività della Commissione: la delibera di nomina delle 15 commissarie (9 espressione del centrosinistra e 6 del centrodestra) è stata firmata dal presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic già a metà ottobre, ma solo ieri pomeriggio si è sciolto il nodo della presidenza. A guidare quindi la Commissione pari opportunità sarà Tania Grimaldi che da anni lavora per il centro antiviolenza Goap, mentre le due vicepresidenti sono Nancy Maggio e Ornella Urpis entrambe espressione del centrosinistra.
Dall'opposizione invece non è arrivata alcuna candidatura in rappresentanza delle 6 commissarie elette. Insomma trovata la quadra sulle nomine, è anche vero che una certa perplessità sul "metodo primarie" serpeggiava tra le stesse commissarie democratiche. C'è chi poi ha sollevato dei dubbi sulla compatibilità della carica ricoperta dalla neo presidente Tania Grimaldi che è anche impegnata con il Goap, un'associazione sostenuta da fondi provenienti dalle casse comunali. Sulla legittimità delle nomine ha garantito Iztok Furlanic presente ieri alla prima riunione così come prevede il regolamento della Commissione. Ora, superate tutte le difficoltà, le 15 commissarie potranno mettersi al lavoro. La prossima riunione in agenda è per il 13 dicembre con all'ordine del giorno la discussione sul nuovo regolamento per le scuole dell'infanzia. Ma le polemiche non finiscono qui. C'è chi contesta a monte il metodo utilizzato per la nomina delle commissarie che dovrebbero essere, come si legge all'articolo 29 dello statuto comunale, “espressione di associazioni di riconosciuta rappresentatività sul territorio e da esperte di accertata competenza nei settori socio-sanitario, della cultura, istruzione, economia e del lavoro”.
Per la Consulta femminile questo criterio non è stato affatto utilizzato perché, ad esempio, nessuna delle donne che rappresentano le 15 associazioni in seno alla consulta siedono tra i banchi della Commissione. Per questo sarà presentato un ricorso contro un procedimento che è considerato illegittimo. Perplessità è stata espressa anche per la soluzione scelta per il reclutamento delle commissarie ossia attraverso la pubblicazione di un annuncio apparso sui quotidiani cittadini. «Questo metodo – osserva Ester Pacor della Consulta femminile – ha impedito a chi non ha avuto modo di leggere i giornali di potersi candidare». Per Iztok Furlanic invece, si tratta di una nuova modalità assolutamente democratica.
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