Centrodestra Fvg nel caos, l’ira di Riccardi contro l’ex azzurro Saro

TRIESTE. Riccardo Riccardi non considera Ferruccio Saro un semplice “osservatore”, come l’ex pidiellino di Martignacco si è definito demolendo il tentativo di ripartenza di Forza Italia. Il capogruppo azzurro risponde per le rime. Punto su punto. Ricostruendo la storia di quando «a Saro andava bene un partito caserma». «Le parole espresse dall'ex consigliere regionale ed ex senatore – dice Riccardi commentando l’intervista di ieri sul Piccolo – hanno il gusto un po' andato a male delle provocazioni fatte a sproposito da chi, come lui, dopo anni trent’anni di politica siede pacificamente disteso su un letto di migliaia di euro al mese di vitalizi». Il passato, secondo Riccardi, insegna: «Sul senso della coerenza, quella di Saro, stenderei un pietoso velo. Slalomista della collocazione politica a seconda del vento, ha costruito con Illy nel 2003 una civica ad hoc per favorirlo, e poi lo stesso per Serracchiani nel 2013, con in mezzo una funambolica elezione alle politiche del 2006 in un collegio della Liguria con una lista riconducibile alla Lega Nord».
Dopo di che ci sono le considerazione personali. L’ex senatore del Pdl ha denunciato il fatto che Riccardi non ha avuto il coraggio di scendere in campo alle europee. E il diretto interessato ribatte: «Io avrei avuto paura? E di chi? Io interpreto la politica come un impegno e non cado nel tranello di chi vuole continuare una guerra tra bande. Mi sono candidato per fare il consigliere regionale e non l'ambulante del consenso. Il mio risultato elettorale è scolpito nelle ultime regionali. Per cinque anni mi hanno detto che ero senza voti, e adesso che il risultato conseguito sarebbe stato condizionato da un potere che non avrei più. La verità è che contano le preferenze, il resto sono i soliti giochetti».
Forza Italia ufficializzerà solo giovedì la candidatura di Sandra Savino, la triestina che, sempre secondo Saro, «uscirà con le ossa rotte dalla sfida con Roberto Dipiazza». «Penso che il 26 maggio comincerà una nuova fase – rileva invece Riccardi –. Ipotecare scenari futuri mi sembra azzardato. In realtà credo che qualcuno volesse continuare una guerra che deve finire se il centrodestra regionale pensa responsabilmente al suo futuro». Quanto al tema delle presunte primarie in vista delle regionali 2018, «le condivido, ma solo se si fanno a ridosso del voto, non quattro anni prima». Su Savino, Riccardi ha infine pochi dubbi: «È coordinatore Fvg e nostro parlamentare. Noi facciamo una scelta di identità e appartenenza che ha una sua coerenza in questo momento storico. Altri hanno cercato strade diverse». Non basta: «Savino è una signora che da assessore in cinque anni ha dimezzato il debito della Regione. Pensa possa bastare come presentazione».
L’ultima stoccata è al Ncd: «Legittimamente perseguiva un disegno di inclusione della civica di Tondo. Ma è un obiettivo mancato. Ora il problema è capire come si ricomporrà il centrodestra in regione perché mi pare evidente che sia necessario prendere atto che i dati di partenza si sono modificati».
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