Centro diurno, il Comune si sfila ma la Fondazione salva l’attività
TRIESTE. Stavolta la decisione è definitiva: il Centro diurno di via Udine rimarrà aperto a tutti i senza fissa dimora, indipendentemente dalla provenienza. Le chiavi passano nelle mani della Comunità di San Martino al Campo mentre il Comune esce quasi del tutto di scena: d’ora in poi sarà il proprietario della struttura, la Fondazione CRTrieste, a garantire la prosecuzione delle attività accollandosi la maggior parte degli oneri finanziari (circa 170 mila euro l’anno). È quanto è stato deciso per l’appunto dal Cda della stessa Fondazione, appositamente riunitosi ieri, che ha così posto fine a un tormentone lungo un mese.
A consesso terminato, l’ente ha diffuso un comunicato in cui si ricorda innanzitutto la storia dell’edificio: «L’immobile – recita la nota – era stato acquistato dalla Fondazione nel 2009 e successivamente ristrutturato, arredato completamente e messo a disposizione del Comune di Trieste mediante un comodato d’uso gratuito di nove anni, poi rinnovato a settembre 2018. Si tratta di una superficie di circa 290 metri quadrati».
Ciò premesso, il Cda della CRTrieste ha reso noto che «il comodato in essere tra noi e il Comune sarà risolto di comune accordo nei prossimi giorni. Contemporaneamente sottoscriveremo un nuovo contratto di comodato con la Comunità di San Martino al Campo, che continuerà dunque a gestire il Centro diurno. Le risorse finanziare per la gestione saranno messe a disposizione da noi e, in parte, dal Comune».
Il soggetto che può “esultare” per primo è ovviamente San Martino al Campo. «Esprimo soddisfazione per l’intesa raggiunta», così il presidente Claudio Calandra di Roccolino: «Il centro porterà avanti la sua funzione di luogo di accoglienza per tutte le persone e dunque anche il nostro impegno proseguirà. Ringraziamo la Fondazione per la solidarietà. Ma anche l’amministrazione comunale, che in parte contribuirà al sostegno dell’iniziativa».
Pure l’assessore alle Politiche sociali Carlo Grilli ritiene che la vicenda si sia «conclusa nel migliore dei modi, ossia trovando una quadra capace di mettere d’accordo tutte le sensibilità. La stima reciproca d’altronde mai è venuta meno. Altrettanto vero è che il problema esisteva e che adesso finalmente è risolto». Come ribadito più volte nelle ultime settimane, il riferimento è alla crescente presenza di migranti tra gli utenti di via Udine.
Nell’ottica della giunta di centrodestra tale presenza avrebbe via via snaturato la struttura, poiché la gestione dei richiedenti protezione internazionale non compete all’amministrazione comunale. Accontentato anche il Municipio, dunque, che dei 170 mila euro annui attualmente a bilancio per la gestione del Centro diurno continuerà a stanziare soltanto una parte minima. Quanto? La questione ora rimbalza agli uffici dell’amministrazione Dipiazza.
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