Centro diurno di via Udine, Dipiazza sfida la Fondazione
TRIESTE «Siamo pronti a restituire l’immobile di via Udine alla Fondazione CRTrieste, e a gestire con altre soluzioni i nostri senza tetto: con i 170 mila euro l’anno che spendiamo attualmente per quella struttura, riesco a mettere la trentina di persone senza fissa anche in albergo». Parola del sindaco Roberto Dipiazza.
Chi pensava che il monito di Tiziana Benussi, presidente della Fondazione CRTrieste, proprietaria dell’edificio che ospita il centro d’accoglienza, avrebbe chiuso definitivamente la partita sul futuro del Diurno, è stato smentito. La presidente, non nascondendo forti perplessità sul mancato coinvolgimento dell’ente nella decisione presa dalla giunta e appellandosi al contenuto del contratto di comodato siglato tra Fondazione e Comune, aveva ricordato la destinazione tassativa di quei locali: appunto centro diurno per senza fissa dimora. «Nel caso il Comune decida di sospendere quell’attività - aveva chiarito -, faremo leva sul contratto, e ci dovranno immediatamente riconsegnare l’immobile».
Una “minaccia” che, a quanto pare, non ha spaventato la giunta, pronta ad andare comunque allo scontro con la potentissima cassaforte cittadina. Che, come noto, non ha finanziato solo l’acquisto dell’edificio di via Udine, ma ha sostenuto (e continua a sostenere) tanti altri interventi a favore della città.
Nonostante il rischio di veder chiudere più di qualche rubinetto, insomma, l’esecutivo tira dritto e fa quadrato attorno all’assessore ai Servizi Sociali Carlo Grilli, che rivendica la paternità dell’idea di rivedere la destinazione di quel centro, utilizzandolo magari per giovani in difficoltà. «Quello di via Udine è diventato un posto per migranti, e quel tipo di accoglienza fa capo alla Prefettura - sostiene Dipiazza, ribadendo di essere pronto a riconsegnare le chiavi dell’immobile alla Fondazione, se necessario -. Per la trentina di senza tetto adotteremo soluzioni diverse, migliori».
Se il sindaco è così tranchant, Grilli, pur restando fermo nella sua convinzione, apre al confronto. «Domani (oggi ndr) convocherò subito un tavolo di confronto tra le parti - annuncia -. E sono sicuro che, da quel confronto, usciremo con una soluzione dettata dal buon senso. Io non mi lascio trasportare dall’onda delle emozioni, sono un amministratore pubblico. Come tutti ormai riconoscono lo scenario è cambiato, l’utenza di quel centro si è modificata e sono certo che dialogando sapremo trovare una quadra e dare, come Trieste ha sempre fatto, una risposta alle esigenze di questa città. Per i nostri senza fissa dimora - prosegue l’assessore - il servizio va rimodulato. Invito tutti un attimo a fermarsi, a capire cosa è più corretto fare, in serenità, e non sull’onda del consenso».
L’indirizzo che intendeva adottare, Grilli assicura di averlo anticipato per tempo a sindaco e vicesindaco, trovando condivisione. «Quel centro che era nato per dare un tetto ai senza fissa dimora - sostiene Paolo Polidori -, oggi è diventato quasi un centro di prima accoglienza. E non è il Comune a doversi assumere gli oneri di quel tipo di accoglienza, lo fa la Prefettura attraverso altri canali. Non ha senso fare dei doppioni. Tra l’altro, quella zona, è già appesantita da altre situazioni critiche, di degrado, che stiamo lavorando per risolvere. Con il buon senso e la ragione troveremo una soluzione».
Appoggio a Grilli arriva anche dall’assessore Angela Brandi. «Ritengo che l’assessore abbia il diritto, oltre che il dovere, di verificare come vengono spese le risorse di tutti i cittadini. In questo senso, fa bene a fare una verifica e a portare o risultati al tavolo della giunta, dopo aver fatto comunque degli incontri con tutti soggetti interessati». Brandi, sottolineando «l’attenzione che Grilli ha sempre dimostrato ai poveri e ai nuovi poveri», evidenzia come «spesso i nostri poveri, quelli dei quali Grilli deve occuparsi, non trovano delle risposte e delle soluzioni che invece i migranti ricevono». —
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