Centro di ricerche dedicato all’idrogeno, Confindustria chiede il sì per la centrale
MONFALCONE. Confindustria è favorevole alla riconversione della centrale A2A attualmente a carbone e alla realizzazione del nuovo impianto a gas «se tutti gli attori che devono esprimere i diversi pareri autorizzativi si pronunceranno favorevolmente» perché è una transizione green e il metano determina un minor impatto. Non solo, gli Industriali sosterranno, come aveva chiesto all’inizio anche il Comune di Monfalcone, la realizzazione di un Centro competenze e di ricerca per l’idrogeno a Monfalcone.
Potrebbe essere una chiave di svolta sul progetto di riconversione in grado di “ammorbidire” la posizione contraria alla centrale del Comune. Un sostegno ribadito ieri dal presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, al sindaco Anna Cisint al termine dell’incontro in Comune in cui, oltre all’«analisi a tutto campo» delle prospettive industriali e dell’occupazione E’ stata l’occasione per confrontare le reciproche posizioni sul tema della centrale.
Il sindaco infatti ha illustrato le ragioni dell’attuale no del Comune, sottolineando le preoccupazioni per la salute, la riduzione dell’occupazione che ne deriverebbe e il fatto che «non si è in presenza di un investimento industriale, quanto ad un’operazione finanziaria legata al capacity market (un meccanismo con cui Terna si approvvigiona di capacità di energia elettrica mediante contratti a termine aggiudicati attraverso aste competitive), non giustificata da un fabbisogno energetico».
E la riunione si è chiusa con il sindaco Cisint che ha rilanciato la proposta di chiudere la centrale a carbone a fine anno e iniziare i lavori di risanamento da gennaio, sulla quale il presidente Agrusti si è riservato un approfondimento. In ogni caso il vertice in municipio è servito anche per avviare una serie di iniziative per la città, che saranno approfondite in specifici tavoli di confronto, per «valorizzare le potenzialità e le risorse del territorio». Sia pre dunque, come sottolinea una nota congiunta una nuova fase di relazioni nei rapporti tra Comune e Confindustria «basata sulla volontà di risolvere nodi in sospeso e puntare a nuove condizioni di sviluppo».
Cisint ha illustrato l’azione del Comune nel rilancio e nella riqualificazione della città sia attraverso «un piano di investimenti per infrastrutture e opere pubbliche di oltre 30 milioni di euro, sia sostenendo settori innovativi come quello della nautica e del turismo». Il sindaco ha spiegato di «Aver agito per cambiare un modello produttivo che ha scaricato pesanti contraddizioni sociali sul territorio e puntato attraverso una visione generale dello sviluppo a promuovere le tante opportunità di una città che svolge un ruolo strategico nella dimensione regionale».
Sostenibilità, innovazione, lavoro, formazione qualificata: questi i cardini dell’azione secondo il Comune. Fattori, spiega la nota congiunta, condivisi dal presidente di Confindustria Agrusti che ha presentato le progettualità a servizio dell’intera regione che si stanno mettendo in campo in termini di tecnologie digitali e di competenze per le risorse umane che hanno raggiunto una posizione di vertice a livello nazionale e internazionale, come per la “fabbrica modello LEF” che sarà inaugurata in luglio a Pordenone. Proprio su questo ambito si è trovato un terreno di lavoro comune. Toccato infine anche il problema della “filiera corta” delle produzioni navalmeccaniche, cioè la possibilità di sviluppare l’indotto, quello più innovativo, nel territorio e le reti d’impresa nelle forniture e nei servizi. —
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