Centri estivi anche per i bimbi da 0 a 3 anni
TRIESTE. Eliminazione dell’obbligo dei tamponi per il personale e introduzione dei servizi per la fascia 0-3 anni. La giunta regionale, su proposta degli assessori alla Famiglia Alessia Rosolen e alla Salute Riccardo Riccardi, ha deliberato le linee guida per i Centri estivi che potranno aprire già dal 3 giugno, anche se in pochi riusciranno ad essere operativi in tempi così rapidi.
Rosolen in queste settimane ha incontrato gli operatori e insieme al vicepresidente sono intervenuti cercando di semplificare le procedure. «Il servizio – spiega l’assessore alla Famiglia – potrà partire dopo l’approvazione del progetto da parte del Comune di riferimento. Per facilitare le procedure verranno messi a disposizione da lunedì sul sito internet della Regione un modello di progetto e uno di patto di corresponsabilità, utili a ridefinire l’attività estiva nel rispetto delle misure di sicurezza previste».
Il patto di corresponsabilità non è altro che un documento nel quale i soggetti coinvolti si impegnano a non portare a scuola bambini con possibile infezione. Iniziativa simile è stata presa ad esempio per l’accesso alle palestre, ed è uno degli aspetti più importanti secondo la Regione visto che «il servizio – aggiunge Rosolen – non può prescindere da un’assunzione di responsabilità sinergica tra famiglie, enti gestori, Comuni e Regione.
L’importanza delle delibera è l’estensione del servizio dei centri estivi anche ai bambini di fascia 0-3 anni. Il Friuli Venezia Giulia sceglie di essere tra gli avanguardisti nei servizi per i bambini. Vogliamo che i minori possano ritrovare la loro libertà, naturalmente nel rispetto delle disposizioni sanitarie e del lavoro degli operatori».
Un concetto ribadito anche da Riccardi: «Dal momento che sono riprese molte delle attività, le famiglie devono poter contare su questi servizi che sono per loro di supporto e di grande importanza, anche in considerazione della necessità di continuare ad adottare comportamenti che riducono il rischio di un contagio per le persone anziane, come i nonni ai quali, in assenza di alternative, vengono spesso affidati i bambini».
Andando nel dettaglio dei punti centrali del protocollo, basato sulle linee guida nazionali, il rapporto numerico educatori-bambini è di uno a cinque nella fascia 0-5 anni, uno a sette in quella 6-11 e un operatore ogni dieci minori nella fascia d’età 12-17. Sarà possibile coinvolgere volontari con più di 16 anni mentre ogni educatore dovrà sempre interagire con gli stessi bambini.
Dovranno essere effettuate delle sanificazioni frequenti sia degli ambienti che degli oggetti. Il minore dovrà essere accompagnato da un solo genitore il quale non potrà accedere all’interno della struttura. I mezzi pubblici si potranno usare, in particolare per i più grandi, anche se l’invito sarà a un accompagnamento da parte dei familiari. I pasti saranno somministrarti in monoporzioni e verranno utilizzate stoviglie monouso. I bambini più piccoli avranno lettini e lenzuola a uso personale. Qualora, infine, un minore dovesse avere febbre a più di 37,5 gradi, o sintomi respiratori o gastrointestinali, dovrà andare a casa e dovrà essere contattato il pediatra.
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