Centri commerciali, a Gorizia non decollano

La provincia si segnala come la seconda in Italia per maggior concentrazione di strutture ma nel capoluogo i progetti languono
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 01_11_2016 Zona commerciale ex McDonald © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 01_11_2016 Zona commerciale ex McDonald © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Nella provincia che si insedia al secondo posto assoluto in Italia per maggiori spazi concessi alla grande distribuzione (Tiare shopping recita la parte del leone), Gorizia si segnala per il fatto che i centri commerciali... non attecchiscono.

A livello territoriale, quella di Udine risulta la prima provincia in Italia e l’unica con 818 mq per mille abitanti, seguita da Gorizia (al secondo posto con 801) mentre Pordenone è ottava (647), Trieste 47esima (429). Nell’ultimo decennio l’Isontino ha visto crescere i metri quadrati dedicati alla grande distribuzione del 56,7%. Per quanto riguarda le tipologie, gli ipermercati (+76%) e le grandi superfici specializzate (+66,7%) sono cresciute di più nell’ultimo decennio: al contrario i grandi magazzini e i minimercati mostrano gli incrementi più contenuti (intorno al 16%).

E ora vediamo qual è la realtà goriziana. Supermercati, l’abbiamo scritto nei giorni scorsi, ce ne sono addirittura troppi ma la grande distribuzione langue, anzi... non c’è. Il progetto del centro commerciale integrato nell’area dei mercati coperto e all’ingrosso è rimasto sulla carta. Così come non è stata piantata nemmeno una puntina di disegno in via Terza Armata dove si vorrebbe far nascere un bel centro commerciale. Tutto fermo. La cordata che sembrava essere interessata non dà più notizie di sè.

Poi, c’è polo commerciale (decaduto) di via Garzarolli che ricomprende le attività che gravitano attorno all’Ingresso Sud, la “porta” della città per chi proviene da Trieste o dall’autostrada A34 Villesse-Gorizia. Non c’è niente da fare: la nuova viabilità snellisce sì il traffico ma complica terribilmente l’arrivo dei clienti ai negozi, specie dal vicino quartiere di Sant’Anna. E una vittima è anche il McDonald’s che ha chiuso i battenti nelle scorse settimane mentre resistono fieramente altre attività come il Pet shop. In molti casi, con l’avvento di questa nuova circonvallazione, gli affari sono calati a picco. Nel gennaio 2011 vennero anche raccolte le firme: con la petizione, i commercianti chiedevano la riapertura del varco di via Garzarolli per consentire l’accesso ai supermercati ma non se ne fece nulla. E con il passare del tempo, molti negozi hanno chiuso i battenti come in un gigantesco effetto-domino.

Intanto, ha ripreso l’attività - con una diversa proprietà - il punto vendita Bernardi di via Trieste. La chiusura che, seppur maturata in condizioni particolari (il gruppo nato a San Giorgio di Nogaro è in amministrazione controllata), aveva confermato indirettamente il difficile rapporto tra Gorizia e il mondo della grande distribuzione. Un amore mai nato.

Alla fine degli anni Novanta in via Tabaj aprì i battenti quello che poteva essere considerato allora il primo centro commerciale goriziano: il centro Smart, che si sviluppa su due piani, accoglieva allora l’omonimo store di abbigliamento, la profumeria Elisir, un bar e il Buonacquisto. La chiusura di quest’ultimo maxi-negozio ha rallentato lo sviluppo del centro: al posto di Buonacquisto hanno rilevato gli spazi al primo piano della struttura degli imprenditori cinesi. Oggi, il centro commerciale viene sottoposto a un’intensa opera di restyling a testimoniare che la volontà di rilanciare l’area c’è tutta.

Grandi attese, infine, per il centro commerciale Ganassin 55, in corso Verdi: lo store a tre piani della catena svedese di abbigliamento H&M sembra funzionare, mentre non c’è sicuramente la ressa nel supermercato sottostante Despar anche se l’assessore comunale alle Attività economiche Arianna Bellan parla di un’attività «che ha successo».

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