Centrali a rischio nell’Ue Ma Krsko supera i test

Greenpeace protesta: «Il reattore è in una zona sismica. Alto rischio potenziale» Secondo i tecnici europei sono oltre 100 gli impianti che non rispettano le norme
Di Marina Nemeth
20080604 - ROMA - CRO : ++ NUCLEARE: SLOVENIA; CENTRALE FERMATA QUALCHE ORA ++ Un'immagine della centrale nucleare di Krsko, in Slovenia. La centrale nucleare di Krsko in Slovenia e' stata fermata ''per qualche ora'' per determinare le cause di una fuga che non dovrebbe avere impatto sull'ambiente. Lo ha assicurato la direzione del sito a seguito dell'allerta della Commissione europea. ANSA / PAL
20080604 - ROMA - CRO : ++ NUCLEARE: SLOVENIA; CENTRALE FERMATA QUALCHE ORA ++ Un'immagine della centrale nucleare di Krsko, in Slovenia. La centrale nucleare di Krsko in Slovenia e' stata fermata ''per qualche ora'' per determinare le cause di una fuga che non dovrebbe avere impatto sull'ambiente. Lo ha assicurato la direzione del sito a seguito dell'allerta della Commissione europea. ANSA / PAL

ROMA. La centrale nucleare slovena di Krsko (un reattore) supera gli stress test della commissione europea sugli impianti isitituita dopo il disastro giapponese di Fukushima per verificare la sicurezza degli impianti.

Secondo il rapporto, presentato ieri, le norme di protezione degli impianti nucleari in Europa sono infatti tutti generalmente di alto livello, anche se si raccomandano ulteriori miglioramenti nella maggioranza delle centrali nucleari. Contro il responso si scaglia però Greenpaece, per la quale la zona dove è ubicato il reattore sloveno «è sismicamente attiva ed esposta al rischio di alluvioni». L'impianto - nota l'associazione ambientalista – «è stato rafforzato nel corso degli anni, ma il nocciolo è esposto a rischi per terremoti di grande magnitudo e la fusione non può essere esclusa. Gli effetti dell'invecchiamento delle componenti (il reattore è del 1983) non sono considerati nell'analisi. E anche se il gestore sta costruendo una nuova sala controllo, i rischi rimangono comunque elevati». «La centrale – conclude perentoria Greepeace - andrebbe avviata alla chiusura».

I test di resistenza sono stati condotti condotti su tutti 145 reattori presenti in quindici stati dell'Ue (Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spazia, Svezia e Ungheria) e condotti su tre livelli: l'autovalutazione dei gestori delle centrali, le valutazioni delle autorità nazionali di sicurezza, quella europea condotta da un team di esperti e tecnici dell'Ue. I risultati, lamentano però a Bruxelles, mettono in luce che le norme e le pratiche internazionali «non vengono applicate dappertutto». Per cui la Commissione esorta gli stati membri interessati ad agire sul fronte della risposta a terremoti e rischio inondazioni.

Le norme attuali sul calcolo dei rischi non vengono applicate in 54 reattori (per il rischio di terremoti) e in 62 reattori (per il rischio di inondazioni). Inoltre, ogni centrale nucleare dovrebbe disporre di strumenti sismici in situ per misurare e dare l’allarme in caso di terremoto. Tali strumenti andrebbero installati o migliorati in 121 reattori, circa l'80% presenti complessivamente sul suolo europeo. Difetti si registrano poi nei sistemi di ventilazione con filtro dell'involucro di contenimento. Tali sistemi permettono la depressurizzazione sicura del contenitore del reattore in caso di incidente. A oggi 32 reattori non ne sono ancora dotati, denuncia l'Ue. E ancora: le attrezzature per far fronte a gravi incidenti dovrebbero essere conservate in luoghi protetti e facilmente accessibili. Ciò non avviene nel caso di 81 reattori, cioè più della metà. Dati alla mano, le autorità di regolamentazione nazionali dovranno dunque predisporre dei piani di azione nazionali con i relativi calendari di attuazione e renderli disponibili entro la fine del 2012.

In sostanza il rapporto individua una miriade di potenziali rischi per la sicurezza, specie in Gran Bretagna, Spagna e Francia, senza però spingersi fino a raccomandare la chiusura di alcun impianto. Nel paese del presidente Hollande, dove l'80% del fabbisogno elettrico è ricavato dal nucleare, denuncia Greenpaece, su 58 reattori tutti necessitano di interventi di manutenzione. E la situazione non sarebbe migliore negli impianti della Gran Bretagna, dove manca una stanza dei bottoni alternativa in caso di emergenza.Nei 12 impianti della Germania è stata rilevata la mancata piena implementazione di linee guida per la gestione di incidenti gravi. La Commissione Europea stima il costo degli interventi per migliorare la sicurezza nucleare nel continente nell'ordine di 10-25 miliardi di euro, e chiede che tutte le misure siano attentamente monitorate e portate a termine entro il 2015. Anche in cosiderazione che 111 reattori europei sono situati in aree abitate e oltre 100 mila persone vivono entro i 30 chilometri da un impianto. Ma, stando alle indiscrezioni pubblicate dal giornale on line Lettera 43, in almeno quattro reattori (di cui ancora non si conosce la località) i sistemi di sicurezza sono così poco aggiornati da lasciare una sola ora di tempo per riparare i possibili danni di un black-out. Quanto all'Italia gli ambientalisti fanno notare che l'analisi della Commissione non ha valutato i rischi di incidente nelle centrali dismesse.

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