Centrale termoelettrica, parte il progetto

Nell’area ex Esso, a poca distanza dal termovalorizzatore di AcegasAps, 30mila metri quadri in parte ricavati da una cassa di colmata a mare. Il progetto è del gruppo Lucchini
Il progetto della centrale termoelettrica da 400MW che il gruppo Lucchini intende realizzare nell’area ex Esso, a poca distanza dal termovalorizzatore di AcegasAps, entra nella fase autorizzativa. Dopo l’apertura della conferenza dei servizi, agli inizi dello scorso luglio, domani al ministero dell'Ambiente è fissata la riunione per l'avvio della procedura di autorizzazione ambientale, incontro al quale parteciperanno i manager del gruppo Lucchini.


La pronuncia sulla compatibilità ambientale è prevista entro l’anno, al più tardi sette mesi dopo l'avvio della procedura per l’autorizzazione, che risale al 3 giugno scorso. Data dalla quale è scattato il periodo di 150 giorni, più altri eventuali 60, previsto per legge; in totale appunto sette mesi.


L’AREA
L’area individuata per realizzare la centrale – che complessivamente occuperà 30mila metri quadri – è inserita in quella denominata ex Esso, nel porto industriale, accanto al termovalorizzatore. Parte della zona interessata al progetto è attualmente assegnata in concessione al Comune dall’Autorità portuale. L’area restante sarà strappata al mare, attraverso la realizzazione di una cassa di colmata.


SITO INQUINATO
La zona prevista per l’intervento rientra nel Sito inquinato di interesse nazionale. Di conseguenza, prima di iniziare qualsiasi opera edilizia, l’area dovrà essere sottoposta alle lunghe e costose procedure per il risanamento ambientale: caratterizzazione del terreno, per conoscere numero e quanità degli inquinanti, messa in sicurezza, e bonifica. Il tutto, secondo procedure che devono essere approvate via via dal ministero dell’Ambiente.


FUNZIONAMENTO
Anche se il rigassificatore progettato da Gas Natural, e previsto a fianco della centrale elettrica (lato Ovest), è considerata un’infrastruttura complementare alla centrale stessa, il futuro impianto termoelettrico funzionerà autonomamente dal rigassificatore stesso. «Qualora la società che realizzerà e gestirà il rigassificatore – spiega Francesco Rosato, amministratore unico di Lucchini Energia – non dovesse offrire materia prima a prezzi competitivi, avremmo comunque la possibilità di approvvigionarci sul mercato internazionale del gas. In ogni caso la centrale sarà allacciata direttamente alla rete gas della Snam, indipendentemente dal fornitore di gas prescelto».


RIGASSIFICATORE
La posizione scelta per la centrale, accanto come detto al rigassificatore, ha fatto sì che, già nella fase progettuale, sia stato previsto uno schema di funzionamento tale da interagire con l’impianto di Gas Natural. Nella fattispecie, la grande quantità di acqua fredda prodotta giornalmente dal rigassificatore (e destinata a finire nel Vallone di Muggia) potrebbe essere utilizzata quasi interamente per il raffreddamento della centrale elettrica, riducendo in maniera rilevante l’impatto dell’acqua fredda sull’ambiente marino.


«Nel progetto e nelle opere connesse – precisa ancora Rosato – abbiamo scelto la configurazione ottimale, che prevede la presenza del rigassificatore e l’estensione della rete nazionale di trasporto per il metano. Il rigassificatore, in tal senso, viene considerato un’opportunità strategica per la centrale e per tutto il territorio, sia per ragioni ambientali e di rendimento degli impianti, sia per quelle legate all’approvvigionamento energetico, ovvero al costo della matera prima».


INCARICHI
Il direttore della Ferriera, Francesco Rosato, ha assunto un nuovo ruolo nel gruppo Lucchini. Pur mantenendo l’incarico triestino, Rosato è stato nominato responsabile per tutte le attività del gruppo in Italia, che oltre allo stabilimento di Servola comprendono quello siderurgico di Piombino e i laminatoi di Lecco e Bari.
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