Centrale A2A, la Regione si ribella all’Aia

Vito si schiera con il Comune e contesta la proroga fino al 2025 per l’impianto di Monfalcone. «Pronti a dare battaglia»
La centrale termoelettrica A2A di Monfalcone (Foto Bonaventura)
La centrale termoelettrica A2A di Monfalcone (Foto Bonaventura)

MONFALCONE. «La Regione non si piega e sarà battaglia. Sono al fianco del sindaco di Monfalcone, del presidente della Provincia di Gorizia e della comunità monfalconese e non accetto lezioni da parte di chi vuole mettere in dubbio la chiarezza della posizione della Regione di assoluta contrarietà all'utilizzo del carbone per il futuro della Centrale di Monfalcone». Non si è fatta attendere la reazione dell’assessore regionale all’ambiente, Sara Vito, alla notizia che il ministero dell’Ambiente, in realtà già nel 2014 ha esteso per altri 8 anni l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) alla centrale termoelettrica A2A di Monfalcone che potrà lavorare fino al 2025.

A suscitare clamore il fatto che sul territorio, sia la Regione sia il Comune, continuavano tutta una serie di azioni in vista della presunta scadenza dell’Aia nel 2017 mentre in realtà Roma aveva già comunicato ad A2A che la validità aumentava da 8 a 16 anni. Oltre a tutta una serie di analisi e controlli sul territorio la stessa Regione aveva annunciato la volontà di “abbandonare” il carbone.

Via libera alla centrale A2A fino al 2025
La centrale termoelettrica di Monfalcone

«Per sgombrare il campo da ogni possibile illazione, va ricordato - precisa Vito - che mai è stata data alla Regione alcuna comunicazione da parte dell'azienda né da parte del ministero sulle interlocuzioni tra loro intercorse. Peraltro, non vi è ancora alcun elemento di certezza sulla data del 2025, visto che il ministero dovrà fare tutti gli accertamenti che la legge gli impone e di cui chiederemo immediato riscontro». Non basta. «Rivendico invece con molto orgoglio - aggiunge l’assessore - il fatto che tutta l'attività di verifica e indagine sugli aspetti ambientali e sanitari del monfalconese è stata avviata con determinazione, per la prima volta nella storia della regione, da questa giunta. Non ci fermeremo». Sara Vito accoglie dunque la richiesta di aiuto deo sindaco di Monfalcone Silvia Altran e delinea i prossimi passi della “battaglia”. «Assieme al sindaco Altran e al presidente Gherghetta faremo un incontro urgente per definire i passi da compiere, convinti che le istituzioni e il territorio sono forti solo se uniti e coesi. E ai cittadini monfalconesi chiedo la stessa unità e dico che la strumentalizzazione di questa vicenda solo a fini politici fa il danno di tutti». In finale una stoccata all’esponente del movimento Monfalcone domani, Anna Cisint che ha chiesto le dimissioni di Altran e Vito.

«Sarebbe fin troppo facile ricordare ad Anna Maria Cisint - chiude Vito - che la Regione guidata dalla precedente giunta, del suo stesso schieramento politico, è stata completamente assente e ha lasciato sole le istituzioni locali. La battaglia per impostare un nuovo modello di sviluppo è appena cominciata. Il Piano energetico regionale non è letteratura, ma detta una chiara strategia che è in linea con l'obiettivo europeo della decarbonizzazione».

Una replica alla quale si aggiunge quella dello stesso sindaco Altran: «Di fronte alle questioni più importanti per la nostra città ci si aspetterebbe da chi ambisce a gestire il bene comune un po’ più di voglia di combattere uniti contro chi l’attacca e un contributo fattivo. Non si può sempre usare ogni cosa a scopo propagandistico. L’ex consigliera Cisint, si dia pace, se deciderà di ricandidarsi a sindaco ne avrà occasione alla prima data utile». Dopo la risposta a Cisint quella a Ilaria Del Zovo, esponnente M5S. «Invece di dichiararsi basita - aggiunge - dovrebbe dichiararsi subito disponibile a collaborare con il Comune per eliminare il carbone dal 2017, come abbiamo sempre chiesto. Del resto, senza le informazioni che il comune ha dato all’opinione pubblica, lei dormirebbe ancora sonni tranquilli al caldo del Consiglio regionale».

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