Centrale A2A a idrogeno, l’ira di Cisint: «Ora basta con progetti calati dall’alto»

Il sindaco dissente sul metodo dell’azienda: «Al momento c’è solo il gas, per il quale abbiamo chiesto compensazioni»
Bonaventura Monfalcone-31.03.2019 Esercitazione protezione civile-Cava-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-31.03.2019 Esercitazione protezione civile-Cava-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE «Ad A2A dico che è finito il tempo dei progetti calati dall’alto e che il nostro territorio non può più essere considerato da nessuno come terra di conquista a proprio uso e consumo». Non si è fatta attendere la reazione del sindaco Anna Cisint dopo aver appreso la notizia del nuovo progetto di A2A, che punta a dare un impulso “green” alla centrale termoelettrica già destinata alla riconversione nel 2024 da carbone a gas e ora come uno dei nuovi poli di sperimentazione con l’utilizzo dell’idrogeno.

Da sempre critica sulla centrale a carbone, nonostante l’annuncio della riconversione a gas, sin da quando A2A ha presentato il nuovo progetto il sindaco non ha mai nascosto la sua contrarietà al polo energetico in città e l’intenzione a forzare l’azienda perché lasci spazio alla logistica e alle banchine puntando a un altro sviluppo. Un business che non è mai stato nel “core” di A2A, pronta a far notare che non è molto giusto far progetti in “casa d’altri”.

Cisint era a conoscenza dell’accordo che venerdì pomeriggio è stato firmato a Trieste alla presenza del ministro Stefano Patuanelli tra gli amministratori i A2A Renato Mazzoncini e quello della Snam, Marco Alverà, su un progetto di sperimentazione con l’utilizzo dell’idrogeno. Il memorandum parla esplicitamente di favorire la transizione energetica in Fvg, sono previsti certo la creazione di un polo di ricerca e sviluppo sull’idrogeno, il coinvolgimento del sistema scientifico regionale e la crescita di una filiera legata all’idrogeno. Ma tutti sanno anche che A2A ha due poli energetici in Fvg, uno è la centrale idroelettrica di Somplago (green per definizione) e quella termoelettrica di Monfalcone. Proprio quest’ultima ritenuta il sito ideale (era immaginabile) per applicare la nuova sperimentazione.

Lo stesso governatore leghista Massimiliano Fedriga, presente alla firma dell’accordo, ha lanciato un plauso al memorandum dichiarando che «con la sigla dell’accordo il Fvg è la prima regione a livello internazionale ad avviare un processo concreto e operativo di transizione energetica del proprio territorio pienamente coerente con gli obiettivi del Green deal europeo e al raggiungimento di un’economia a emissioni zero di gas serra entro il 2050». E c’è soltanto una centrale da decarbonizzare in Fvg: quella di Monfalcone. Ma lo stesso ad Mazzoncini, dando in anteprima a Il Piccolo la notizia della nuova variante al progetto di riconversione della centrale, dal carbone all’alimentazione non solo più a gas ma “sperimentale” a ciclo combinato metano/idrogeno, aveva insistito sul fatto che per arrivare alle emissioni che tendono a zero non si poteva attendere 20 anni. E che l’occasione della riconversione della centrale di Monfalcone era perfetta per pensare a un impianto nuovo e sperimentale.

E poi con gli stessi parametri noti da tempo: l’investimento da 400 milioni, la creazione di un parco fotovoltaico e altre innovazioni, il mantenimento dell’occupazione per un centinaio di persone. E la realizzazione di una centrale che eroga 850 megawatt considerata strategica per tutto il Nord. Ma al sindaco Cisint non è andato giù il metodo di quest’annuncio a sorpresa. «Se questa società ha delle idee propositive sulla riconversione dell’attuale centrale – spiega – ha l’obbligo di presentarle con trasparenza e chiarezza in primis all’amministrazione comunale. I temi della sicurezza e della salute e quelli dell’impatto urbanistico e logistico sono in capo alle competenze del Comune e serve rispetto per l’istituzione e per la comunità che il sindaco rappresenta. Se si pensa di fare il gioco delle tre carte sulla testa di Monfalcone senza mettere sul tavolo con chiarezza le proprie intenzioni e i propri progetti, siamo sulla strada sbagliata. Lanciare proposte tecnologiche senza alcun confronto è un metodo che non possiamo accettare e non consente di dare giudizi nel merito di un’iniziativa presentata in modo così vago e indefinito».

E ancora: «Naturalmente rispetto a progetti che possano essere innovativi, sostenibili, tali da assicurare la salute e sviluppare l’occupazione, come può essere l’idrogeno – aggiunge – siamo aperti a ogni utile discussione e pronti ad avviare ogni opportuno approfondimento. Sul piano metodologico però non possiamo essere d’accordo non essendo stata coinvolta in alcun modo l’amministrazione comunale sui termini di questa nuova iniziativa, che dovrà essere analizzata assieme alla società e a questo progetto. Al momento in campo abbiamo solo la proposta che ci è stata presentata di riconversione a gas, rispetto alla quale abbiamo presentato osservazioni molto chiare, le richieste di compensazione e le proposte frutto di uno studio fatto fare da qualificati esperti». –

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo